intangibilità ed indiscutibilità, l'interesse e l'egoismo personale rispetto all’interesse collettivo; dall’altro è altrettanto palese come amministratori e faccendieri vari abbiano nei lustri prosperato favorendo abusivismi edilizi, infrangendo piani regolatori, aggirando regolamenti, leggi, disposizioni e vincoli ambientali che hanno spinto i cittadini ad adottare strategie di difesa. Cosicché, il comitato spontaneo oggi rappresenta la sintesi delle due facce della stessa medaglia: conservazione di privilegi ed egoismo personale coniugato a barricata ideologica territoriale ed autodifesa del cittadino attraverso la formazione di comitati collettivi per contrastare potere e invasività dell’amministrazione pubblica, che spesso si avvale della potestà d’imperio a scapito dei singoli.
     Il problema non è di facile soluzione, ma è certo condizionato da una scarsa se non scorretta informazione e dalla mancanza di una sensibilità civica che si traduce in mentalità conservativa. Il caso della TAV rappresenta forse quello più emblematico di questa ideale linea maginot che i cittadini tendono sempre più spesso ad ergere in maniera acritica e si giustifica non tanto sulla non accettazione, in linea di principio, di nuove linee ferroviarie, quanto sul fatto che un tale intervento determina trasformazioni del territorio che confliggono con le pretese di chi sul territorio ci vive e non intende subire interferenze nel proprio stile di vita, partendo dall’errato presupposto che il contesto abitativo sia di esclusiva pertinenza dei singoli. Seguire però questo ardito criterio equivale a delegittimare il principio dell’interesse comune che dovrebbe essere prevalente, nel rispetto delle regole, su quello personale.
     Ritornando alla questione nazionale è facile osservare come il fenomeno ”Nimby” abbia assunto proporzioni rilevanti, coinvolgendo soprattutto, come già detto, impianti legati al ciclo di trattamento dei rifiuti, infrastrutture energetiche o per i trasporti. Se da una parte l'atteggiamento di rifiuto dei cittadini può apparire comprensibile, dall'altro si deve constatare che statisticamente in Italia, solo in modestissima parte, sono state avviate, prima dell’inizio delle opere, procedure di consultazione e informazione delle comunità locali. La deficitaria informazione all’opinione pubblica, come osservato da più parti, diviene sovente la causa di risolute e veementi opposizioni che un progetto di grande impatto ambientale normalmente genera. Purtroppo, le lacune amministrative e le talvolta consapevoli omissioni burocratiche impediscono di impostare l’informazione in maniera aperta e trasparente, circostanza che, se adottata, contribuirebbe a mitigare o a prevenire contestazioni laddove si prospettino interventi rilevanti.

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