vedremo in seguito se meriterai tale appellativo.” Mausi? Mausi taceva. Era troppo impegnato a gestire il doppio stress della prigionia in gabbia e della trasferta in automobile, aveva le zampe sudatissime, quasi bagnate, quindi decise di rimandare i convenevoli a tempi migliori.
     “Non sapevo di aver sposato una ragazza madre” esordì Vanni. “Tesoro, i ragazzi sono stati così felici di vedermi! Mi hanno fatto mille feste! E poi qui abbiamo tanto posto, un bel giardino grande, possiamo attrezzarlo con delle casette o magari con un’unica casona dove possano accoccolarsi tutti insieme…”, la voce di Tania si stava facendo sempre più suadente, “senti, proviamo a tenerli qualche giorno, poi saranno loro a decidere dove preferiscono vivere, che ne dici?” “Mi stai dicendo che ti comunicheranno loro la decisione presa?” la apostrofò Vanni con tono ironico. “Ognuno ti avviserà singolarmente o si riuniranno per poi eleggere il portavoce della decisione collegiale?” “Scemo! Tra me e i ragazzi c’è un’intensa comunicazione non-verbale! Li conosco bene e so interpretare con precisione i loro comportamenti” “Ah, beh, allora…”
     Vanni aveva già capito che al ventesimo giorno di matrimonio la famiglia era da considerarsi aumentata. Infatti, come avrebbero potuto quei tre giannizzeri preferire la vita d’appartamento ad un grande giardino dove scorazzare liberi? Pazienza, avrebbero avuto un giardino difeso dal cane, mentre Mausi e Pompeo si sarebbero guadagnati la “pagnotta” tenendo alla larga talpe e topolini. Per quanto riguardava la seconda ipotesi Vanni aveva fatto centro, ma in merito a Skippy… Skippy era infatti soprannominato il “cane da fifa”, nel senso che ogni volta che fiutava un pericolo correva a nascondersi, dando implicitamente il segnale ai padroni che era il momento di cominciare ad allarmarsi. L’unica situazione in cui Skippy reagiva con attacchi che rasentavano l’incoscienza era quando qualcuno o qualcosa minacciava Mausi o Pompeo. Guai a chi toccava i suoi gatti! Le padrone invece no, tanto erano grosse abbastanza da potersi difendere da sole.
     “Ragazzi, venite a vedere dove sono le vostre ciotole e a scegliere dove volete dormire” la voce di Tania stava chiamando a rapporto il cane e i gatti dall’interno della casa. “Scusa Tania, ma non dovevano stare in giardino per esser liberi di correre e giocare?” chiese Vanni “Certo. Quando noi saremo al lavoro rimarranno all’aperto. E anche tutto il tempo che vorranno mentre siamo in casa, ma la notte sono abituati a dormire dentro come tutti gli altri membri della famiglia” “Ho capito” Vanni stava realizzando che non solo il giardino avrebbe ospitato tre pelosotti scatenati, ma che anche all’interno dell’abitazione ci sarebbe stata una buona dose di animazione: sì, Vanni aveva proprio sposato una ragazza madre!

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