SCENE DA UN MATRIMONIO
                                  di Silvia Luzzini

     Tania e Vanni si erano da poco sposati. Dopo quattro anni di incontri organizzati qui e là a causa del lavoro di Vanni, malgrado le difficoltà ed i lunghi periodi di separazione, avevano capito di essere legati da un filo a doppia mandata che rappresentava un solido punto di partenza per costruire una vita insieme. Così, eccoli lì, sopravvissuti all’orda di zii, cugini e parenti vari che li avevano presi d’assalto il giorno della cerimonia, abbronzati e rilassati di ritorno da un meraviglioso viaggio di nozze, pronti per cominciare il lungo percorso di una vita insieme. Erano convinti di essersi confrontati su tutto, in quei quattro anni, ma Vanni si sarebbe presto accorto di aver dimenticato, o forse solo sottovalutato, un piccolo ma sostanziale argomento di nome Skippy, Mausi e Pompeo.
     Già. Tania infatti adorava gli animali e nel corso degli anni aveva raccolto dalla strada quei tre trovatelli, un cane e due gatti, che costituivano parte integrante della sua vita e dai quali non si sarebbe separata per nulla al mondo. Con chi avrebbero dovuto vivere? Con la mamma di Tania, in un appartamento di città, oppure con Tania, e quindi con Vanni, in un grande giardino immerso nel verde della campagna lombarda? Tania non aveva dubbi: giardino in campagna. Vanni aveva invece dato per scontato che la neo-suocera non si sarebbe voluta privare in un colpo solo della compagnia della figlia e di tutti quei piccoli amici, quindi appartamento in città. Così, dicevamo, ecco Tania e Vanni di ritorno dal viaggio di nozze, con qualche giorno di ferie ancora a disposizione per sistemarsi ed organizzare la nuova casa, prima di riprendere l’attività lavorativa.
     Il terzo giorno dal rientro, Tania comunicò a Vanni che sarebbe andata mezza giornata a trovare sua madre in città. Vanni aveva alcune faccende da sbrigare, quindi chiese a Tania di scusarlo con la suocera, garantendo che sarebbero tornati a trovarla nuovamente di lì a qualche giorno. Nel tardo pomeriggio Vanni sentì un’automobile avvicinarsi al cancello di casa, sbirciò dalla finestra e riconobbe l’auto di Tania. Contento per il suo ritorno, uscì di corsa per darle il benvenuto ed aprirle il cancello, ma guardando nell’abitacolo della vettura… si accorse che non era tornata sola! “E loro cosa ci fanno qui?” “Ragazzi, dite ciao al papi” esordì Tania. “Ehila, papi, arf bau bau” Skippy era gioviale di natura e non si fece pregare. “Come?” Lo statuario e flemmatico Pompeo ruotò pigramente la testa all’interno della gabbia, inquadrò il volto di Vanni al di là del finestrino ed emise un miagolio di circostanza. “Buon giorno, umano. Quanto al papi, calma,

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