poco il Giorno della Memoria!
     Completamente distrutti, Simone ed Anna denunciano il canile. Grazie alla loro denuncia in quanto legittimi proprietari, finalmente vengono alla luce una serie di orrori, in atto da anni nel canile di Puerto Real, per altro da lungo denunciati dalle associazioni protezionistiche locali che, non avendo però prove, non avevano mai ricevuto ascolto. Questo canile figura come ditta a responsabilità limitata nel registro delle imprese e l'amministratore unico, nonché proprietario, è un imprenditore edile locale, P. G. M. il nome della società è "Asociación Protectora de Animales" (!). Secondo le associazioni spagnole in molti casi questo tipo di imprese, che accalappiano animali randagi, mirano solo al guadagno, fingendo di proteggere gli animali, senza però farlo, anzi! Il metodo di eutanasia degli animali impiegato nel canile di Puerto Real è semplice: l’iniezione di un farmaco che provoca paralisi a livello muscolare, portando gli animali alla morte per asfissia, previa dolorosa e lenta agonia. È un metodo tanto semplice quanto economico: le stime dicono che con circa 35 euro si possono “smaltire” 10 tonnellate di cani e gatti.
     La manifestazione a Cadiz. Circa 2.000 persone, con cani salvati dal canile di Puerto Real, si radunano davanti al Comune di Cádiz per dare inizio alla manifestazione di protesta regolarmente autorizzata dalle autorità. Sono presenti tutte le associazioni locali, ma anche quelle di altre regioni, con cartelli e striscioni. Tutto fila liscio e pacificamente fin verso mezzogiorno. Poi, dice Anna: "Ci trovavamo davanti alla chiesa del Carmine, in una piazza centrale della città, e all'interno c'erano il sindaco ed alcuni consiglieri comunali. Ad un tratto, il primo cittadino del centro andaluso è uscito dalla chiesa seguito dagli amministratori. Dopo che questi sono passati oltre i manifestanti, che ovviamente lanciavano slogan al loro indirizzo ma in maniera assolutamente pacifica, è partita la carica della Guardia Civil che fino ad allora aveva seguito una manifestazione tranquilla e senza nessun tipo di disordine".
     E Anna aggiunge: "Puntavano me e Simone, come se sapessero chi eravamo: se qualcuno dei manifestanti non mi avesse spinta all'indietro, sono sicura che avrebbero portato via anche me. Eravamo rei di aver scoperchiato un pentolone in ebollizione. La paura è che anche il comune di Cadiz sia coinvolto nella faccenda, poiché finanziava con i soldi dei cittadini, 4.000 euro al mese, il ‘mantenimento’ dei randagi accalappiati, ovvero le attività di soppressione di massa di quel lager.” L'epilogo della manifestazione è stato la carica della polizia, il pestaggio e l'arresto di due manifestanti, Simone Righi di Bologna, compagno

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