Sta succedendo così un po’ per tutta l’Italia e Bergamo, in questo senso, non si discosta molto da questa tendenza, ma andiamo per ordine e veniamo alla questione dell’ascensore per Città Alta, del quale si sta parlando dal 1998. Per la realizzazione di questo progetto è stato indetto un concorso internazionale al quale hanno partecipato undici studi professionali qualificati, presentando altrettanti progetti: la commissione, presieduta da Aurelio Galeffi, architetto di statura internazionale e consulente per il Comune di Bergamo, ha scelto il progetto presentato dal giovane progettista Fabio Postani, dello Studio Aud. di Genova, che prevede una torre con all’interno due ascensori e che, tramite una passerella ed un percorso pedonale di 60 metri, sarà collegata al parcheggio previsto in via Baioni.
     Il progetto scelto si è strettamente attenuto alle direttive del bando, le quali prevedevano quella collocazione e caratteristiche tecniche ben precise, direttive attentamente rispettate, e costerà a noi contribuenti la somma di 3.5 milioni di euro; gli altri progetti presentati erano abbastanza simili nel concetto, ma con diverse interpretazioni della torre di risalita; vi segnalo tra gli altri, soprattutto per la bizzarria e l’evidente inattuabilità, il progetto di Dezzi Bardeschi, che prevedeva due dioscuri alti come le mura contenenti gli ascensori che addirittura avrebbero tagliato in due le mura venete.
     Detto questo, ritengo che il metodo utilizzato sia quanto di meglio possa esprimere una democrazia matura quando si intende operare sul patrimonio architettonico e su un territorio ricco di memorie condivise da parte della cittadinanza: redazione di un bando di concorso pubblico indetto da una maggioranza politica aperto a molti professionisti di provato curriculum; analisi dei progetti presentati da parte di una commissione seria e capace presieduta dall’architetto Galeffi. Una volta sottolineato quanto sopra, a mio parere si può anche discutere sulla plausibilità, qualità o meno del progetto scelto, ma le critiche andrebbero sollevate dagli addetti ai lavori, quindi in questo caso da architetti e urbanisti, non certo da politici o cittadini, i quali possono ovviamente dire la loro, senza però che la politica venga indebolita da queste discussioni a margine del problema. Invece, pare, dovremo assistere a raccolte di firme da parte dell’opposizione politica cittadina, che di solito critica l’attuale maggioranza cittadina, cavalcando le ire delle piazze bercianti con troppa leggerezza.
     Detesto le raccolte-firme, le piazze urlanti e i politici opportunisti, perché credo che certi dibattiti culturali vadano vagliati solo dalle élites e non dalla

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