approvazione che non abbia aggiunto case e capannoni all’esistente (quasi sempre, pochissimo verde; il minimo indispensabile). E si parla ancora di nuovi progetti e nuove varianti da proporre ed approvare.
     Insieme a questa dissennata politica amministrativa, dobbiamo però anche riconoscere qualche “scelta illuminata”: i due parchi naturali o PLIS (quello del Monte Canto e Bedesco e del Basso fiume Brembo) e ancora qualche campo arato, nel quale si coltiva il granoturco originario di questo territorio, “il nostrano dell’isola” dal quale si ricava la polenta bergamasca.
     I problemi di questa immensa antropizzazione sono sotto gli occhi di tutti: viabilità al collasso (20 e più anni per un Asse Interurbano mai finito), collegamenti ferroviari e pubblici anteguerra, salute ed inquinamento alle stelle (lo dice l’ASL). Gli amministratori di oggi sono, per questo, chiamati ad una ancor più grande riflessione ed assunzione di responsabilità. Basta rincorre gli oneri di urbanizzazione (che appena incassati sono anche già terminati), bisogna cercare nuove forme di incentivazione (come ad esempio il recupero degli edifici storici) per non sottrarre ancora territorio al nostro futuro. Ora che abbiamo un’Isola occupata occorre renderla vivibile!
     Densità abitativa dell'Isola bergamasca - (PDF da 18 KB)


 

 

 

MARNE
(Isola bergamasca)

"Festa di Primavera"

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