IN 60 ANNI DA AREA DEPRESSA AD AREA OCCUPATA
                                  di Gabriele Previtali - D.R. GDI

     La provincia bergamasca ha un non invidiabile record regionale (e, probabilmente, anche italiano): il primo posto assoluto per le “aziende speciali a rischio incidente rilevante di primo livello” appartiene, purtroppo, ad un Comune della Bassa Isola Bergamasca: Filago, con ben sette aziende private ed un inceneritore di rifiuti speciali. Questa è solamente la punta dell’Iceberg Isola, un territorio che, alla fine del secondo conflitto mondiale, era stato dichiarato “area depressa”. Forse proprio questa “disponibilità morale e fisica di territorio”, unita agli incentivi previsti dal piano di rinascita, ha portato, già dagli anni '60 e '70, numerosi insediamenti chimici, petrolchimici ed industriali di varia natura. Senza dimenticare, ovviamente, la non piccola discarica (chiusa, ma ancora attiva) di Madone-Filago-Bottanuco, nella quale sono confluiti per anni anche i rifiuti di Milano e provincia.
     La ricchezza industriale, artigianale, quella delle piccole partite IVA, della piena occupazione, ma anche della bassissima scolarità, non sono certamente il solo riferimento per ben identificare la nostra area. Per restare nell’ambito degli indici propriamente non positivi (sic!), dobbiamo, infatti, richiamare anche alcuni studi epidemiologici della nostra ASL provinciale, che hanno messo l’Isola Bergamasca ai vertici delle popolazioni più colpite da tumori e patologie strettamente legate all’ambiente e al territorio. Va da sé, che gli insediamenti hanno portato occupazione e benessere per la nostra popolazione (negli anni '50 100% ancora rurale o solo parzialmente occupata nelle industrie pesanti della Dalmine o del milanese) e, soprattutto, nuovi abitanti con nuove abitazioni. Una nostra annuale rilevazione dell’incremento abitativo sul territorio segnala, infatti, che dal 1951 al 2007 la popolazione è più che raddoppiata (112.617 abitanti attuali contro i 55.369 di allora). Ma con un balzo consistente dal 1981 in poi! A quella data eravamo, infatti, aumentati solamente a 83.242 (+ 35%) per passare nel 1996 a 93.752 (+ 69%) e poi in continua ascesa (2-3.000 abitanti in più ogni anno) sino all’attuale + 103,4%. Una ulteriore piccola analisi di questi dati mette poi in bella evidenza quale sia il nostro contributo allo “sfruttamento del territorio”: l’indice abitante per Km quadrato (1.097,4). È quasi il triplo della media lombarda e provinciale (montagne comprese). Una enormità che non accenna, per altro, a diminuire. Prosegue, infatti, l’ampliamento dei piani di insediamento sia abitativo, sia industriale e commerciale in quasi tutti i 21 paesi dell’Isola. Non esiste un piano regolatore (ora si chiama PGT) di recente

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