“…il nostro allenatore, prima della partita, passava dal mercato e comprava delle magliette, poi ci scrivevamo sopra i numeri con il pennarello…”
                                  di Cristina Mascheroni

     Questo mese abbiamo voluto incontrare una persona un po’ speciale, un uomo che ha messo la sua passione al servizio dei giovani per trasmettere regole, valori umani, spirito di amicizia. In tempo di bullismo, famiglie alla sbando e giovani senza coscienza, beh, scusateci se è poco. Ci siamo recati a vedere un allenamento della squadra di rugby “Lions Codogno” per cercare di capire questo gioco e dobbiamo dire che questo sport è stato una piacevole sorpresa. La conversazione con Nadir Corbari, ex giocatore di rugby, dirigente ed allenatore della squadra che ci ha introdotto ai rudimenti del gioco, è stata estremamente istruttiva.
     Perché a Codogno, Lodi, e non nel bergamasco? Perché Infobergamo.it viene realizzato da volontari con tanta passione per il giornalismo ed è la passione stessa che ci guida. Abbiamo conosciuto Nadir in un contesto completamente differente dal rugby, in un luogo molto lontano da Bergamo, ma siamo stati stregati dalla sua passione per questo sport. Allora cominciamo.
     Nadir, parlaci del rugby: qual è la caratteristica di questo sport?
     “Innanzitutto, bisogna dire che è uno sport dove il contatto fisico è notevole, il primo impatto, soprattutto per i genitori che portano i propri figli a giocare, è


molto forte perché è uno sport abbastanza ‘rude’. Comunque vi rassicuro subito, il gioco è estremamente controllato, le regole da seguire sono moltissime in quanto ci sono molte situazioni di gioco da
controllare, se non ci fossero regole da seguire in campo i ragazzi non sarebbero più sotto controllo. Il rugby ha una grande funzione formativa sui ragazzi: la base principale dello sport è proprio il rispetto totale delle regole, se non lo fai sei fuori. Ci sono anche dei principi ‘non scritti’, quali il rispetto dell’avversario, in quanto in ogni momento è possibile fare del male all’altro, soprattutto quando uno è a terra. Se non rispetti chi hai davanti, sei out, vieni espulso perché la squadra non te lo perdona. Sul campo, proprio per questi principi di cui vi parlo, si costruiscono grandi amicizie che vanno oltre lo sport, perché l’amico non è solo il compagno di squadra al quale passi la palla durante il gioco, è al tuo fianco
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