sfruttamento nelle sale era la principale forma di guadagno, seguita dalla vendita in tv del film, ora la situazione è cambiata: i film stanno sparendo dalla televisione generalista e i ricavati delle sale si riducono notevolmente.
     Le conseguenze dello sciopero iniziano a farsi pesanti. Hollywood non può andare avanti senza copioni e le Major stanno cercando dei prodotti alternativi nei loro depositi per non fermare la produzione, ma hanno autonomia solo fino ai primi mesi del 2009. Alcune case stanno pensando di assumere sceneggiatori stranieri, i quali però non sono allo stesso livello di degli americani, abituati ad un certo standard lavorativo e ad un certo linguaggio, diverso da quello europeo. Diversi film sono stati bloccati: “Angeli e demoni”, dal romanzo di Dan Brown, con Tom Hanks, “Pompei”, di Roman Polanski, “Pinkville”, di Oliver Stone, con Bruce Willis, “Shantaram”, con Jhonny Deep ed il musical “Nine”. Questi titoli sono solo alcuni delle vittime delle sciopero, film che saranno rimandati o che forse non vedremo mai, poiché a fine sciopero ci sarà da verificare la disponibilità di registi ed attori. La produzione delle nuove puntate di alcuni serial televisivi è ferma, come “Lost”, “Desperate Housewives”, “24”, mentre altri rischiano la stessa fine, come “I Simpson”, “Heroes”, di cui è stato anche cancellato lo spin-off, ed anche dei programmi televisivi sono a rischio chiusura, poiché chi scrive i testi sono gli sceneggiatori. Alcuni attori e registi hanno espresso solidarietà agli scioperanti e si sono uniti alla protesta, rendendo la crisi più evidente anche agli occhi dell’opinione pubblica.
     Diverse persone sono a rischio licenziamento. Si parla di 80.000 posti di lavoro vacillanti e la Warner Bross ha già annunciato che sarà costretta a breve a licenziare i primi mille dipendenti. Intanto si avvicina la notte degli Oscar (che si sarà appena conclusa quando questo articolo verrà pubblicato con l’uscita di marzo 2008 di Infobergamo.it) ed Hollywood trema, temendo una conclusione simile a quella dei Golden Globe del 13 gennaio scorso, con nessuna festa, niente  tappeto rosso, niente show, solo una laconica rassegna stampa. La notte del Kodak Theatre, però, è la serata televisiva più vista dopo il Super Bowl e le entrate pubblicitarie toccano vette vertiginose: lo sciopero degli sceneggiatori, oltre a bloccare l’evento, segnerebbe anche una grave perdita in termini di guadagni.
     In Italia le conseguenze dello sciopero non saranno, probabilmente, percepibili; il nostro mercato televisivo e cinematografico è in ritardo di mesi rispetto a quello americano ed essendo stato, al momento di andare in pubblicazione, appena revocato, nessuno per ora ci toglierà le nostre serie preferite.

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