TURISMO SOSTENIBILE: UN TURISMO PER TUTTI
                                  di Francesca Frosio

     Resort 5 stelle a due passi dal mare, piscine e giardini lussureggianti in zone desertiche, cucina italiana in ogni angolo del mondo: scene da turismo degli anni 2000. Si spende moltissimo per recarsi nei posti più belli e pubblicizzati e per alloggiare in hotel e villaggi dotati di tutti i confort, ma raramente si visita la località che ci ospita come meriterebbe e, ancor più raramente, ci si preoccupa che il nostro soggiorno sia utile a qualcuno.
     Questa è la direzione in cui va il “turismo sostenibile”, due parole che a molti dicono ancora poco, benché tale tendenza sia nata già negli anni ’80. Con tale etichetta e i suoi sinonimi “responsabile”, “consapevole”, “solidale” si indica un tipo di turismo attento all’ambiente ed alle popolazioni del luogo. Tradotto in fatti, significa organizzare viaggi il più possibile a basso impatto ambientale, rispettando il luogo e la cultura ospitante, e in cui la popolazione locale sia coinvolta attivamente o comunque ricavi dei benefici dalla nostra visita. Le tradizionali vacanze all’estero, infatti, portano quasi mai benefici a chi vi abita, ma solo alle compagnie di viaggio. A ciò si aggiunge l’aggravante “architettonica” di villaggi vacanze e hotel che non rispettano l’ambiente circostante e ne sprecano le risorse: giardini da vivaio in Egitto sono l’esempio più lampante.
     Chi viaggia in modo sostenibile usa per lo più trasporti locali e mangia cibo del posto; alloggia presso strutture locali o vere e proprie abitazioni, come ospite. In questo modo riesce a conoscere meglio la cultura del paese che lo accoglie e a visitarne territori che alla maggioranza dei turisti restano nascosti.
     Esiste un luogo comune che vorrebbe etichettare questo tipo di turismo come scomodo, difficile e poco sicuro: tutte falsità. L’offerta è ampia e diversificata, in modo tale che ogni possibile turista possa trovare il soggiorno adatto. Ci sono tour operator specializzati, i quali da anni lavorano nel settore, molti dei quali devolvono una buona parte del costo del viaggio ad associazioni locali. Nell’ultimo periodo anche i tour operator tradizionali hanno affiancato pacchetti turistici solidali alle loro proposte, ma sono state accusate di preoccuparsi solo del ricavo economico e di non fare offerte veramente sostenibili.
     Bisogna fare una distinzione tra eco-turismo e turismo responsabile: spesso i due termini vengono usati come sinonimi, ma non lo sono. Il primo, infatti, prevede vacanze in luoghi incontaminati e dalla bellezza mozzafiato, ma chi le fa

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