rancore che il figlio prova verso di lui è totalmente giustificato dal fatto che il venditore lo abbandonò in tenera età per fuggire con una procace rossa, lasciandolo a prendersi cura della madre. Il rapporto tra i due è forse il tema più interessante del libro e sicuramente il più moderno. È interessante vedere come i due uomini, costretti loro malgrado a collaborare in nome del parente defunto, progressivamente scoprano che le cortine di disprezzo intessute negli anni forse non sono che vestigia di un orgoglio inutile; Gemino imparerà ad essere orgoglioso del suo ragazzo e Falco apprenderà una sacrosanta verità: i genitori, tutti i genitori, da quelli più presenti a quelli più sconsiderati, in fondo non sono che persone e come tali vanno considerate, accettando che possano avere le debolezze e le meschinità che potrebbe avere un estraneo.
     Il romanzo non si presta a molte altre considerazioni: è, in ultima analisi, un'opera senza infamia e senza lode, ottima per una lettura non impegnativa e ricreativa. Chiedere di più sarebbe inutile e non penso risponderebbe nemmeno agli intenti dell'autrice.
                                                                               Silvia Ferrari

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Recensione, L'oro di Poseidone, Lindsey, Falco, Gemino, Davis, Festo, Didio, La Venere di rame, Elena, Giustina