L'ORO DI POSEIDONE
                                 di Lindsey Davis

     Roma e il suo millenario impero fanno da sfondo a "L'oro di Poseidone", terzo episodio della saga storica inaugurata da Lindsey Davis con " La Venere di rame". Il protagonista della serie è il detective in toga Marco Didio Falco, spiantato duro dal cuore tenero, questa volta alle prese con le conseguenze generate dai traffici di suo fratello Festo, deceduto in battaglia in Giudea con un ingombrante fardello di segreti. Tornato a Roma dopo una missione assegnatagli dall'imperatore Vespasiano, Falco è costretto dalle penose condizioni della sua abitazione a chiedere asilo alla madre. A casa di questa, lo aspetta una sorpresa; un centurione, compagno d'armi del compianto fratellino, si è installato a casa Didio pretendendo un risarcimento per il denaro investito in un oscuro affare, all'epoca in cui Festo era ancora in vita: ma Falco, esecutore testamentario del fratello, sa che oltre ai debiti non c'è nulla nell'eredità lasciata. La situazione si complica quando il centurione viene trovato morto all'indomani di una zuffa con Falco. Inizierà per il detective un tortuoso percorso alla ricerca della verità sulle speculazioni del fratello morto, per scagionarsi dalla pesante accusa di omicidio e per riabilitare l'onore della sua nobile fidanzata Elena Giustina, suo malgrado coinvolta nella vicenda. Per farlo, tuttavia, dovrà accantonare gli antichi rancori ed allearsi con il padre che lo abbandonò, ancora bambino, a se stesso.
     È la prima volta che leggo un romanzo della Davis: l'opera vuole essere una narrazione storica, cioè verosimile, di una vicenda poliziesca. Una spy-story ante litteram, insomma. Il risultato finale è un romanzetto agile e non particolarmente brillante, senza picchi di originalità. Il protagonista, Falco, è una specie di James Bond con la toga, un vero macho sicuro di sé e capace persino di conquistare la bella figlia di un senatore, nonostante le sue umili origini. Questo dettaglio dovrebbe già far crollare la parvenza di verosimiglianza che l'autrice sparge a piene mani lungo la narrazione, ma come se non bastasse la fidanzata in questione, Elena Giustina, in un'epoca in cui, a parte le prostitute, le donne erano sottomesse ai mariti e poco inclini a comportarsi da scaricatori di porto, mostra un livello di emancipazione che le comuni mortali hanno raggiunto solo dopo il '68. Forse il personaggio è stato tagliato su misura per il pubblico di oggi, che non credo si appassionerebbe a pagine di descrizione su come tessere una tela alla maniera romana.
     Il padre di Falco, Gemino, è un mercante d'arte ambiguo e poco affidabile; il

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