sempre è possibile. L’ascolto e la comunicazione sono qualità essenziali per entrare in punta di piedi nel mondo interno dell’altro, senza voler controllare i pensieri altrui, anche perché si rischia di rimanere intrappolati nella testa dell’altro. Il bombardamento logorroico o la pretesa di voler convincere a tutti i costi, sicuramente non è un’arma vin­cente per entrare in comunicazione. Paradossalmente si diventa più convincenti quando non si desidera convincere, ma si desi­dera CON-VINCERE, che equivale a VINCERE INSIEME.
     In chiave di comunicazione, secondo le nostre ricerche cliniche, abbiamo osservato che in ogni persona esiste una componente intrapsichica, che abbiamo definito “Sè-Sonoro”, ossia una sorta di  rappresentazione fantasmatica che si attiva nella comunicazione con l’altro e che riguarda la percezione del proprio linguaggio mediato dal rapporto dinamico tra fantasie interne e immagini passate. Il Sè-sonoro si modifica con l’evoluzione della persona e con la definizione dell’identità. In altre parole, il Sè-sonoro racchiude la fantasia della comuni­cazione e la percezione intrapsichica del nostro grado di comunicazione. Questa componente si evolve in base al grado di maturità personale e di sicurezza raggiunto nei rapporti sociali. Il Sè-Sonoro è la percezione fantasmatica della nostra comunicazione che si manife­sta nel momento in cui dobbiamo affrontare una situazione so­ciale. In questa fantasia vengono proiettate immagini passate e il nostro giudizio rispetto alle nostre abilità comunicazionali.
     Parlando ad una platea, gli accorgimenti necessari per regolare l’efficacia della comunicazione dovranno avere come oggetto:
     Il linguaggio corporeo e la gestione della motricità, che rappresentano la primordiale comunicazione com­prensibile a tutti: al fine di comunicare apertura, calore e deside­rio di farsi capire, il viso dovrà essere rivolto verso la platea, gli occhi devono essere diretti verso la gente,  senza ricercare punti fissi o far finta di guardare. La schiena dovrà esser ritta, i movi­menti corporei dovranno essere plastici, ritmici ed aperti; evitate segnali di chiusura come accavallare le gambe,  mettersi le mani in tasca, dietro la schiena o incrociare le braccia.
     Il messaggio e i contenuti: la struttura­zione dell’argomento dovrà tener conto anzitutto delle attese e degli obiettivi della platea, dovrà avere un cappello comprensibile a tutti, stabilire gli obiettivi (la tesi che si desidera dimostrare) rendendo chiari i passaggi anche con esempi concreti per ottenere il coinvolgimento. Attenzione alle eccessive citazioni, che stancano ed annoiano.

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