sanità, o meglio la malasanità, che coinvolge sempre più strutture ridimensionate dai tagli della spesa pubblica e dai manager d’assalto che, per compiacere i loro sponsor politici, utilizzano drasticamente metaforiche forbici in nome di un acritico rispetto dei  bilanci. La giustizia, poi, langue nei suoi proverbiali tempi biblici tra leggi Cirami, Pecorella, ex Cirielli, Fuda e via dicendo, dimenticando il ruolo di garante dei diritti offesi e offrendo palcoscenici mediatici a donchisciotteschi personaggi protesi più a spiare nelle stanze hard dei Corona di turno piuttosto che salvaguardare il diritto del singolo.
     Stranamente, in questo preoccupante dissesto, nessuno osa evocare crociate, fiaccolate, scioperi della fame, occupazioni stradali e via dicendo per sollecitare l’attenzione da parte delle istituzioni e costringere le medesime ad assumere decisioni prioritarie nei settori citati. Consolarsi, quindi, con il turismo enogastronomico, con le bellezze paesaggistiche e con il culto dell’effimero può certo costituire una specie di patto in deroga nazionale, in attesa di tempi migliori, per l’esercito silenzioso dei nostri connazionali che continueranno a distinguersi anche come svogliati consumatori di libri nei quali si poteva almeno trovare qualche scampolo di verità ed immaginazione.

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