dell’opposizione, perpetuando la sua proverbiale inerzia e concentrando gli sforzi quasi esclusivamente nel partorire migliaia di norme, modifiche ed emendamenti recepiti nell’unico strumento coercitivo “salva-nazione”, la manovra Finanziaria. Non meno criticabile l’atteggiamento della Chiesa, i cui porporati si limitano a richiamare astrattamente i precetti cristiani dell’accoglienza e del senso della tolleranza rimanendo ai margini della questione storica; un comportamento contraddittorio se si pensa che la Chiesa ritiene assolutamente legittimo intervenire nelle grandi tematiche sociali come l’aborto, il divorzio, la procreazione assistita, divulgando diktat e ordini morali non sempre condivisi dal mondo laico, ma si sottrae, tuttavia, dal muovere critiche, con altrettanto doveroso senso etico, nei confronti di chi dovrebbe affrontare e porre rimedio ai problemi legati alla sicurezza e al rispetto della persona.
     Non da meno sono gli organi di informazione nazionale che spesso, con troppa retorica e demagogia, assumono iniziative populiste di fronte a rigurgiti quasi dittatoriali di una collettività stanca e preoccupata, senza indagare sui motivi e sulle ragioni che spingono la stessa ad invocare il ricorso all’auto-tutela. Analoghe censure valgono per buona parte dell’opinione pubblica, la quale si distingue per lassismo e buonismo ipocrita e che poco o niente fa per sensibilizzare le istituzioni, anche locali, ad intervenire drasticamente ed efficacemente per prevenire o reprimere comportamenti illeciti o stili di vita incompatibili con quelli predicati dalla società civile. Insomma un cocktail micidiale che necessita solo del classico fiammifero e di grandi truppe di pompieri necessari a prevenire i suoi devastanti effetti.
     Ciò che indigna e lascia perplessi, posto che gli strumenti legislativi e le risorse umane per intervenire esistono e sono affidati all’umorale volontà esecutiva della miope politica nazionale, è il metodo che assiste l’operato delle istituzioni: da una parte ci si affretta a varare il pacchetto sicurezza sull’onda emotiva di fatti cruenti di cronaca, dall’altra si assumono provvedimenti estremi nel tentativo di arginare le frange oltranziste e massimaliste del tifo calcistico, specchio di una società disorientata e confusa, consentendo guerriglie urbane per opera di sparute minoranze di facinorosi che intaccano la residua credibilità del governo e con essa la percezione di legalità da parte dei cittadini.
     A coreografia di questo triste spettacolo mediatico intervengono, infine, le scontate dichiarazioni dei vari leader di partito o dei loro bizzarri portavoce che sciorinano sermoni morali, inforcando i metaforici quanto retorici galloni dei pistoleri western. In questo oceano di contraddizioni l’unica possibilità di sopravvivenza è rappresentata dal popolo, costituzionalmente sovrano, il quale, una volta resosi conto dell’irreversibilità di un “ars politica” in crisi può, esso solo, essere capace di esprimere una forte volontà di cambiamento e di innovazione politica.

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