Ovviamente la limitrofa autostrada, presto dotata di una quarta corsia di marcia che consentirà di tirare qualche piccolo sospiro di sollievo all’atterrita utenza che quotidianamente percorre la satura arteria, offrirà una ulteriore possibilità di mobilità che farà sicuramente apprezzare Orio per la sua versatilità e dotazione di alternative.
     Non mancano, però, note dolenti che, come regola impone, interferiscono con lo sviluppo delle grandi opere e l’aeroporto, nel caso specifico, non fa eccezione visto che, da anni, a causa dell’inevitabile inquinamento acustico ed ambientale generato, subisce sistematiche accuse da parte della popolazione che abita i quartieri confinanti con lo scalo. Il problema ha assunto connotati di complessità a causa della posizione geografica della pista, che impone agli aerei procedure di decollo ed atterraggio difficilmente ovviabili, e della crescita incontrollata delle aree edificabili che sorgono a ridosso dell’aeroporto.
     Ne è quindi derivato un “casus belli” che periodicamente riempie le pagine dei quotidiani locali e che pare avviato ad un compromesso tra le parti con la mediazione degli organi competenti e della politica locale. L’accordo ha già previsto, nella fase iniziale e al pari di altre realtà similari, che il traffico aereo subisca l’interruzione pianificata nella fascia oraria compresa tra le 23 e le 6 , salvo ovviamente movimenti non differibili, procedure di decollo che limitino il disturbo dei quartieri sorvolati dagli aerei e la progressiva introduzione di mezzi tecnologicamente più avanzati, meno rumorosi ed inquinanti, favorendo, pertanto, una tollerabilità da parte di coloro che osteggiano l’aeroporto e che ne vorrebbero un drastico ridimensionamento. Pur comprendendo il diritto alla quiete che anima le richieste degli agguerriti comitati di quartiere, non si può negare un pari diritto all’espansione da parte di una realtà aeroportuale radicata sul territorio da decenni che, nelle comprensibili aspettative della collettività e dell’imprenditoria locale, ha finalmente assunto un ruolo di importanza strategica soprattutto per le conseguenze economiche che essa genera. L’origine della diatriba sociale va, quindi, ricondotta alle omissioni e alla latitanza degli organismi cittadini e gestionali che avrebbero dovuto, per tempo e con la sempre auspicabile lungimiranza, prevenire l’insorgere di contestazioni e favorire la compatibilità della struttura con le esigenze della popolazione.
     In ogni caso, al di là di tardivi dibattiti politico amministrativi, è un dato di fatto che nell’ampia area che circonda lo scalo orbiti una vera cittadella di vettori spedizionieri e di attività satellite che alimentano l’economia locale. Se a questo si aggiunge il prospettato insediamento di un nuovo punto vendita del colosso svedese dell’Ikea, ben si può concludere come il capoluogo bergamasco stia, con sempre maggiore concretezza, acquisendo la consapevolezza di potersi ritagliare uno spazio di grande autonomia ed importanza sul territorio, facendo valere la legge dei grandi numeri e dei positivi dati di gestione dei servizi e delle attività collaterali.

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