Nel 1833 conobbe Giuseppe Mazzini a Londra, dove quest’ultimo era in esilio protetto dalla Massoneria Inglese, e si iscrisse al partito della Giovine Italia, una associazione di tipo massonico che mirava a creare continue tensioni negli Stati Europei al fine di convincere la popolazione a ribellarsi alle autorità. Entrò nella Marina Sabauda per fare propaganda rivoluzionaria e cercare nuovi adepti, esponendosi con leggerezza, tanto che fu segnalato alla polizia e sorvegliato; per questo fu trasferito sulla fregata “Conte de Geney” ed imbarcato per il Brasile. Purtroppo il partito aveva deciso che l’11 febbraio 1834 ci sarebbe stata un’ insurrezione popolare a Genova e quindi Garibaldi scese a terra per parteciparvi, ma l’allerta della polizia, che lo seguiva già da tempo, fece fallire il moto rivoluzionario e Garibaldi non ritornando a bordo della “Conte di Geney” divenne un disertore. Processato in contumacia e giudicato come capo della cospirazione, fu condannato alla “pena di morte ignominiosa”, in quanto nemico della Patria e dello Stato. Divenne quindi un bandito: si rifugiò a Nizza, poi proseguì fino a

Marsiglia, dove assunse il nome fittizio di Joseph Pane. Da qui, passando per il Mar Nero prima e la Tunisia poi, intraprese il suo primo viaggio verso il Sud America, per propagandare altrove gli ideali mazziniani. Partì l’8 settembre 1835 sul brigantino “Nautonnier”.
     Il suo esilio in Sud America durò dal 1835 al 1848. Sbarcò a Rio de Janeiro, accolto da una piccola comunità di italiani affiliati alla Giovine Italia, e girò in lungo e in largo il territorio, sempre in nome della libertà di popoli. Prese parte alle sue prime battaglie terrestri e nel 1842 comandò la flotta uruguaiana in una battaglia navale contro gli argentini, partecipando

alla difesa della città con i suoi volontari, tutti vestiti con una camicia rossa, una specie di divisa confezionata con drappi di cotone presi al macello della città. Nello stesso anno incontrò colei che sarà il suo unico grande amore (ricordiamo che Garibaldi ebbe tre mogli, di cui una, fedifraga, solo per un’ora, e una relazione sentimentale duratura con la sua domestica!!!): Ana Maria de Jesus Ribeiro, detta Anita, e la sposò. La “Camicia Rossa”, invece, divenne il simbolo distintivo dei suoi combattenti, i Garibaldini.
     Poco prima dello scoppio della Prima Guerra d’Indipendenza, nel 1848, fece ritorno verso l’Italia. Sbarcò a Nizza con Anita e tre figli e tornò in patria dove a Roverbella, vicino a Mantova, si offrì come soldato volontario al Re Carlo Alberto:
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Biografia, Giuseppe, Garibaldi, Bergamo, Papa Pio IX, Roma, Camicia Rossa, Repubblica di San Marco, Esilio, Sud America, Conte de Geney