UNA CASA ELETTRIZZANTE
                                              di Francesca Frosio

     Da qualche anno si parla di elettro-stress e di inquinamento elettromagnetico: abituati ad ogni tipo di stress e a convivere (e lottare) con diverse forme d’inquinamento, non ci siamo stupiti di avere ulteriore compagnia. Tra allarmismi e scetticismo si è creata, in proposito, una gran confusione: vogliamo fare un po’ di chiarezza in questo campo e darvi alcune dritte.
     Prima di iniziare è necessario una premessa: gli studi e le ricerche scientifiche svolte finora non hanno ancora potuto stabilire se le onde elettromagnetiche siano dannose per la salute, e se sì, in quale misura. Tuttavia, sta diventando pensiero comune, anche di alcuni esperti, che sia meglio cautelarsi, secondo l’antica filosofia del “prevenire è meglio che curare”. Alla base dell’idea dell’elettro-smog c’è un concetto assodato: il nostro corpo ha delle cariche elettriche; quindi, se i campi elettromagnetici che si formano in casa o a contatto con degli oggetti sono eccessivi, possono turbare il nostro equilibrio. I sintomi avvertibili sono vari, da difficoltà a riposare e a rilassarsi, fino al nervosismo, irritazioni agli occhi ed alla pelle. La situazione generale è aggravata anche dai ritmi serrati e già di per sé stressanti della vita fuori casa; la nostra abitazione sembra non essere più quel luogo di pace e di riparo dall’esterno che già aveva lodato Petrarca.
     La situazione non è così drammatica: non tutti gli edifici sono “a rischio” e per scongiurare gli effetti negativi di alcuni dispositivi bastano alcuni accorgimenti. Il primo passo da fare è verificare se la propria abitazione è sede di un numero eccessivo di onde. Non essendoci un albo professionale, ci si può rivolgere all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale), che effettua misurazioni e fa una “diagnosi”. Per avere dei rimedi, bisogna rivolgersi a ditte specializzate o ad esperti che, dopo la perizia, vi propongono delle soluzioni. Non è un metodo molto economico, un’ora di indagini costa circa 300 euro, ma solo con una relazione precisa si può iniziare a lavorare per schermare le onde. Già, relazione scritta: se l’esperto a cui vi siete rivolti è serio ve la rilascerà, firmata e timbrata. Per essere più sicuri e non incappare nella solita fregatura, controllate che gli strumenti che usa abbiano il certificato di calibrazione di un centro SIT e, armati di orologio, verificate che le misurazioni prevedano intervalli di 6 minuti, come previsto dalla legge.
     Se il risultato della perizia è negativo, potete porvi rimedio in diversi modi, da congegni intelligenti ad una semplice pittura. Per ripararvi dalle onde elettromagnetiche provenienti dall’esterno servono tende “speciali”: simili a quelle comuni, che schermano i vetri, ovvero le superfici che permettono più

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