figliastro dell'iperclonato Codice da Vinci, libricino sì piacevole e ben scritto, ma da prendere con le pinze in quanto a validità storico-filologica. L'unico appunto che si può fare a Pearl è la mancanza di uno stile incisivo; la scrittura molto lineare e ordinaria rimane asservita a quella che è la vicenda narrata, focalizzando tuttavia l'attenzione sulla trama ben costruita e sull'intreccio agile. La scelta di ambientare il romanzo nel XIX secolo a Boston è, a mio parere, un colpo di genio: dopotutto Dante è penetrato in America proprio nel 1865 e proprio grazie all'omonimo Circolo, mentre il resto della società colta non lo conosceva o lo conosceva superficialmente, disprezzandolo. Questo semianonimato della Commedia è il motivo per cui l'elemento thriller viene magistralmente valorizzato; ambientando il romanzo in tempi più recenti, in cui Dante è conosciuto da tutti, la stranezza dei delitti non sarebbe stata tale da giustificare l'atmosfera tesa e noir resa da Pearl. Insomma, il nesso tra le punizioni dell'Inferno e la perversa volontà di giustizia del killer sarebbe apparso fin troppo evidente, togliendo al lettore il gusto della suspence mentre osserva i protagonisti arrivare gradualmente alla verità. La concomitanza storica della guerra civile conferisce al tutto un ulteriore interesse; Pearl descrive bene lo sconvolgimento portato dal conflitto, soffermandosi sul non facile tema della "sindrome da stress post-traumatico", oggi una costante negli studi sui reduci di guerra, ma un tempo nemmeno ipotizzata. A voler ben guardare, anche la Commedia fu un prodotto della guerra civile fiorentina: Dante restò segnato dall'esperienza dell'esilio, tanto da inserire conoscenti, amici e nemici nei gironi dell'Inferno. Dante esule, Dante emarginato, Dante vendicativo, Dante sommo poeta: non vorrei peccare di superbia nell'azzardare la seguente interpretazione dell'opera di Pearl, ma in tutti i personaggi del libro, da quelli realmente esistiti e quelli inventati ai fini della trama, c'è una sfaccettatura riconducibile al nostro Poeta.
L'insegnante di italiano Pietro Bachi e la ristretta comunità italo-irlandese rappresentano gli esuli e gli emarginati con le loro difficoltà di integrazione in un tessuto sociale ostile; costretti dai tumulti in patria a emigrare nel Nuovo Mondo, i cattolici non sono ben visti dalla società protestante americana, di per sé chiusa, nazionalista e antipapista. Nicholas Rey, il poliziotto mulatto, è un emarginato: costretto dall'iniqua legge a essere un "poliziotto di serie B", senza equipaggiamento e senza potere di arresto verso i bianchi, rappresenta l'orgoglio della dignità personale, inaffondabile seppur continuamente minata dalla percezione della sua condizione di mezzosangue. Il killer è la versione