LA STAZIONE FERROVIARIA ED IL PENDOLARISMO
                                 di Pierluigi Piromalli

     La stazione ferroviaria di Bergamo gode, per la sua particolare ubicazione, di una singolare scenografia, che pone colui che esce dall'angusta e decadente area della biglietteria nelle condizioni di ammirare lo spettacolo di una città che si slancia verso il colle con il suo corollario di ameni rilievi tipici della città vecchia. Il lungo viale che conduce alla funicolare è, senza dubbio, una caratteristica cittadina che, metaforicamente, individua nel piazzale della stazione l'effettivo terminale dal quale muoversi per scoprire la città e i suoi borghi storici.
     Visionando le foto d'epoca ci si accorgerà di come la stazione ferroviaria abbia sostanzialmente mantenuto inalterata la storica struttura esterna, risalente alla seconda metà dell'ottocento e vicino alla quale sorgeva la gloriosa stazione per le valli, successivamente soppressa, ed abbia sopportato interventi nell'area interna finalizzati ad adeguare la medesima alle necessità dell'utenza. A Palazzo Frizzoni si è dibattuto circa la possibilità di avviare una decisa ristrutturazione della ormai obsoleta struttura che, pur attraendo i nostalgici come il sottoscritto, necessita di interventi manutentivi straordinari per renderla compatibile con le esigenze del trasporto locale, settore che negli ultimi anni è stato rivoluzionato ed inserito nel piano regionale di gestione della mobilità. Non si comprende, infatti, come mai l'opera sia stata colpevolmente ignorata, pur dovendola necessariamente considerare, per ovvi motivi legati al flusso pendolare, tra gli interventi prioritari di pubblica utilità, dal momento che quotidianamente viene coinvolta una numerosissima utenza che si sposta, per ragioni di lavoro e di studio, verso i limitrofi centri urbani lombardi.
     A lenire la mancata attuazione dell'atteso piano di rinnovamento della stazione è giunto, dopo decenni di petizioni regionali ed interrogazioni parlamentari, l'agognato raddoppio della linea Bergamo - Treviglio, asse congestionato che imponeva attese snervanti e ritardi cronici e che si sperava potesse rappresentare l'intervento precursore per il ri-ammodernamento della stazione ferroviaria. Le vicissitudini di Trenitalia e della sua consorella RFI, purtroppo, sono notorie e, conseguentemente, le sorti delle infrastrutture ferroviarie orobiche, fatta eccezione per la già citata linea Bergamo-Treviglio, non ricadono nella programmazione delle opere più urgenti, rese necessari dall'ampio bacino di utenza che si serve del treno. Solo a Treviglio si erano pianificati i lavori, tuttora in corso, per l'ampliamento della stazione, dalla quale si innesterà il quadruplicamento dei binari in direzione Milano e prenderà il via il trasporto ad alta capacità del traffico passeggeri e soprattutto merci.

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