causa del prezzo non proprio accessibile a tutti e per la scarsità degli abbonati. La tiratura d'esordio, 100.000 copie, rimase invenduta e il distributore si era persino dimenticato di consegnare le copie ai seicento abbonati; dovendo riorganizzare il processo di distribuzione, l'incarico venne affidato a Mazzocchi, che raggiunse quota ottocentocinquanta abbonamenti e riordinò la vendita, ma per tempi così difficili il suo stipendio di 700 lire al mese era troppo alto per l'azienda, così, nonostante i buoni risultati raggiunti con la rivista, venne licenziato. Lui non si arrese e chiese che gli venisse affidata la vendita della pubblicità della rivista, stipulando subito contratti per 20.000 lire mensili sui quali gli spettava il 20% di guadagno. Quando gli proposero di ritornare alle dipendenze della casa editrice, lui non accettò. Dopo poco tempo, venne richiamato da "Domus" in quanto mancavano i fondi per mandare avanti la rivista e Mazzocchi, che credeva in quel giornale, insieme a Giò Ponti, architetto e designer di Milano di indiscussa fama, decise di fondare una società e rilevare tutto. Era l'undici luglio 1929 quando a Milano, in Piazza Cordusio, presso il Notaio Barassi, nacque L'Editoriale Domus. Da allora fino al 1940 la sua carriera fu inesorabilmente in ascesa: "Domus" "Storie Vere" "Quattrosoldi" i suoi primi giornali. Una curiosità: "Quattrosoldi" fu una rivista decisamente in anticipo sui tempi; per orientare il consumatore i giornalisti mettevano alla prova tutto, abiti, lavabiancheria, alimentari, biro, camicie, con costi pazzeschi che non rientravano con il prezzo di vendita del giornale, era un ottimo strumento per informarsi e comprare ragionato ma, purtroppo, nel dopoguerra, con la gente che usciva da un periodo buio festeggiando la vita spendendo a più non posso, non ebbe subito il successo meritato.
     Mazzocchi ebbe però con " L'Europeo" uno strepitoso trionfo editoriale. Fu il primo grande settimanale del dopoguerra. La gente aveva sete di notizie e le copie venivano esaurite nel giro di pochi giorni. Mazzocchi cullava da tempo l'idea di dar vita ad una rivista di informazione europea e a Bergamo, prima sede dell'Editoriale Domus poi distrutta dai bombardamenti, il progetto prese piede. Si trovò un gruppo di giornalisti capaci, ma la guerra ancora incombeva e se ne fece più nulla. La casa editrice tornò a Milano e venne stampato "L'Italia Libera", direttore Leo Valiani, ma il distributore, visti i tempi ancora bui, non se la senti di diffonderla, così Mazzocchi risolse il problema intervenendo con sedici automezzi, distribuì il giornale, 300.000 copie vendute subito. Arrivarono da lui dei giovani giornalisti, cacciati dal "Corriere della Sera" come fascisti, ma Mazzocchi li assunse tutti alle sue dipendenze: Amerigo Batoli, Raoul Radice,

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Biografia, Gianni, Mazzocchi, Editoriale, Domus, Editore, Quattroruote, L'Europeo, Ascoli Piceno, Quattrosoldi, Tassa di Suez, Giovanna