BIOGRAFIA: Gianni Mazzocchi
                                 di Cristina Mascheroni e Graziano Paolo Vavassori

     C'era una volta un grande uomo. Grande nei pensieri, grande nelle azioni, unico nella sua voglia di ricominciare dopo aver vissuto nell'agio e aver perso tutto nel giro di un attimo. Una figura che con la sua pacatezza, la sua serietà e la voglia di raccontare ha segnato il mondo della carta stampata, precursore di idee che oggi hanno fatto storia. Questo uomo è stato Gianni Mazzocchi, un personaggio con una storia difficile alle spalle, un uomo come "quelli di una volta" che si è fatto tutto da solo, con la forza della sua volontà e senza nessun compromesso politico o finanziario, brusco e sincero nei suoi pensieri, ovunque e comunque, anche a costo di sembrare antipatico.

     Nato ad Ascoli Piceno il 18 novembre del 1906, a ventisette anni, il giovane Mazzocchi si trovò in grande difficoltà: era uno studente di Ascoli Piceno iscritto all'università di Roma, con sulle spalle il peso di una famiglia spezzata, i genitori scomparsi da poco, un eredità di grossi debiti e una sorella malata. "L'unico modo per uscirne fu andare al nord," ricorda sorridendo, ". avevo 640 lire in tasca e quarantamila lire di debiti. Ho fatto la pazzia di venire a Milano." e tentò la fortuna al convento di Padre Seteria dove, picchiettando sui tasti della sua macchina da scrivere
portatile, raccontò la vita del religioso nel libro "Ricordanze della mia vita". Si distinse subito per la sua serietà, precisione e accuratezza nello scrivere e quel posto precario si trasformò in una scrivania fissa in ufficio a seicento lire al mese, quanto basta per respirare e incominciare a pagare i debiti. Il padre, ricco bachicoltore e industriale di Ascoli Piceno, distrusse il patrimonio familiare in un Casinò, lasciando una moglie, di salute cagionevole, e una figlia, che entrava ed usciva dagli istituti di cura, senza soldi, mentre l'azienda gli fu sottratta da un furbo approfittatore, padre di un compagno di scuola di Mazzocchi, che si appropriò di un patrimonio costruito in un' intera generazione.
     Gianni compì il salto di qualità quando iniziò a collaborare con un giornale allora molto controcorrente. In Italia, una neonata rivista simile a "Houses and Gardens" denominata "Domus, l'arte nella casa", stentava a prendere piede a
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