giorno di Ferragosto fosse particolarmente benefico per la salute, anzi i più temerari bevevano addirittura tre grandi sorsate di acqua di mare, convinti delle sue proprietà terapeutiche!
     Per rimanere nei nostri italici confini, con molte varianti, in tutto l'arco alpino durante la festa ferragostana si accendono nella notte grandi falò e la gente si raduna intorno, per osservare rapiti il guizzo delle fiamme verso l'alto, un'usanza con radici antichissime che ci riporta ad un'altra festa agostana molto celebrata: la festa di San Lorenzo. Ogni anno, la notte del 10 agosto, gli occhi di tutti noi si rivolgono al cielo per cogliere al volo una stella cadente. Scientificamente, la caduta delle stelle rappresenta il passaggio, all'interno dell'orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo, detti appunto Perseidi, ma culturalmente la pioggia di stelle ha un'aurea più poetica. La notte è dedicata al martirio di San Lorenzo e le stelle cadenti sono le sue lacrime che vagano eternamente nel cielo e scendono sulla terra durante l'anniversario della sua morte, creando una magica atmosfera di speranza: in questa notte, infatti, si crede si possono avverare i desideri di tutti quelli che si soffermano a ricordare il dolore di San Lorenzo.
     Nella tradizione popolare inoltre, le stelle cadenti del 10 agosto sono chiamate anche "fuochi di San Lorenzo", perché ricordano le scintille provenienti dalla graticola infuocata su cui fu ucciso il martire, poi volate in cielo; anche se in realtà Lorenzo non morì bruciato ma decapitato, l'idea dei lapilli volati nel cielo ha preso piede. In Romagna sopravvive invece un'usanza curiosa: narra la leggenda che San Lorenzo si mostrò a Cervia quando la città fu colpita dalla febbre malarica, apparendo in sogno ad una ragazza malata indicandole come guarigione il bagno nelle acque salmastre del luogo che avrebbero donato ai bagnanti i sette doni dello Spirito Santo: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio. Da allora e sino ad oggi, la riviera romagnola conta un grande afflusso di bagnanti che, per scongiurare la paura di future epidemie, si bagnano nel mare sette volte il giorno di San Lorenzo.
     Fra leggende religiose o popolari, il tempo è volato via e siamo giunti ai nostri tempi moderni, tuttavia anche quest'anno a ferragosto ci troveremo a festeggiare insieme ai nostri amici più cari, addentando una freschissima fetta di anguria per trovar sollievo alla canicola estiva. È bello sapere che in un'epoca così spersonalizzante e tecnologica, fatta di corse in autostrada e follie agli autogrill, gli esseri umani tornino uniti nel giorno più bello dell'estate per merito di una lunga sequenza di tradizioni popolari, fortunatamente dure a morire.

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