volta che viene fornito un nuovo prodotto, il vecchio possa essere reso senza nessun aggravio di costo, a condizione che le apparecchiature abbiamo le medesime funzioni delle nuove acquistate, e poi consegnarli ad un centro di pubblica raccolta, apposite piazzole costituite dai Comuni. Da qui saranno poi ritirati dai produttori e smaltiti. Un'altra normativa in questo momento in vigore, la 2002/95/CE disciplina l'utilizzo di sostanze pericolose nelle apparecchiature, quali piombo, cadmio, mercurio e cromo esavalente, che saranno vietate a partire dal 01 luglio 2006.
     Precisiamo che la Direttiva Comunitaria è stata preparata per la gestione dei rifiuti dei consumatori privati, in quanto in ambito professionale esistono già iniziative messe in atto dalle principali case produttrici di IT. Per esempio, IBM da più di vent'anni gestisce in prima persona il recupero dei Pc usati dai clienti, tramite un progetto chiamato "Global Asset Recovery Service" (GARS). Hewlett Packard invece sviluppa un programma finalizzato al ritiro e riciclo dei suoi componenti in maniera ecocompatibile, incentivando però anche la creazione di nuovi prodotti in modo tale da durare il maggior numero di anni possibile e assemblati in modo da essere facilmente smontabili e riciclabili, per abbattere i costi di riutilizzo. Stessa filosofia per Olidata, che dal 2003 ad oggi ha ridotto il totale di prodotti smaltiti da 7000 kg di apparecchiature fuori uso a 2.670 kg. È lecito chiedersi allora: perché il bisogno di una normativa europea se le case produttrici sono già attrezzate per il riciclo e lo smaltimento? La stessa è stata fatta per la gestione dei rifiuti in ambito "private customer", più problematico di quella professionale.
     La Direttiva impone che per tutti i prodotti venduti sino al 13 agosto 2005, la gestione del fine vita delle macchine va pagata da chi è presente sul mercato, in qualità di produttore: ciò significa che ogni azienda paga per qualsiasi prodotto il consumatore le rende, a prescindere dal fatto che il prodotto porti il suo marchio o meno. Per tutto ciò che sarà commercializzato in seguito al 13 agosto 2005, la Direttiva sostiene che ogni produttore risponde solo per i propri prodotti e paga per ritirare i suoi e basta. È previsto un obbligo per gli stessi di apporre un marchio amovibile e indelebile sulle apparecchiature commercializzate dal 13 agosto 2005, che sarà l'identificativo nazionale di chi deve farsi carico del ritorno della macchina e del suo smaltimento. Chiaramente, le aziende IT, se da una parte hanno tirato un sospiro di sollievo per non dover rispondere più per ogni bene ritirato, dall'altra si sono domandate su chi ricade la responsabilità del fine vita dei prodotti di quelle aziende che escono dal mercato. Per alleviare il

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