di polizia, interventi periodici finalizzati a reprimere attività illecite e a salvaguardare la tranquillità dei residenti. Non è un caso che soprattutto la storica via Quarenghi o il borgo delle Cinque Vie siano spesso teatro di interventi delle forze dell'ordine che tengono monitorato un territorio ove, basta passarci ed osservare, si continua più o meno a delinquere alla luce del sole.
     Tuttavia, sebbene non si possa rimproverare agli organi istituzionali locali un'inerzia nella gestione del problema, ritengo ( e sono in buona compagnia) che la situazione non sia del tutto sotto controllo.Il cittadino sovente si domanda il motivo di un consapevole atteggiamento di tolleranza verso fatti ben più gravi di quanto possano realmente apparire. La percezione di insicurezza e di disagio della collettività è diversa da quella che, a parole, può essere semplificata dal governo cittadino, dalla prefettura o dalla questura e non sembra che la tendenza ad accogliere masse di stranieri in modo indiscriminato sia destinata ad invertirsi. Conseguentemente, i cittadini devono forzatamente convivere, loro malgrado, con i numerosi episodi di microcriminalità nostrana e straniera, che, nel sentimento collettivo, aggrediscono direttamente la sfera privata del singolo che è potenzialmente esposto alle gravi conseguenze di condotte criminali. Le statistiche, non solo locali, parlano chiaro e qualsiasi demagogica presa di posizione che voglia confutare tale affermazione risulta priva di consistenza e di veridicità.
     Personalmente ritengo che la popolazione di Bergamo si sia abituata, un po' colpevolmente, un po' rassegnatamente, a subire questa situazione di degrado che può essere colta ogni qual volta si percorrono le vie della città. La presenza massiccia di questa multietnica diversità, che può teoricamente rappresentare una ricchezza se instradata correttamente nel solco di una società votata per cultura all'integrazione, è un fatto, almeno fino ad oggi, socialmente allarmante per la comunità perché si è consolidata sul territorio rimanendo, però, priva del sostegno e del contatto diretto con le realtà locali e sganciata dagli usi e dalle consuetudini del posto. È evidente che, come sempre, è buona norma non generalizzare, però il dato reale che emerge configura l'integrazione come mera utopia. Il problema esiste e si presta ad opinabili punti di vista, che con troppa facilità sfociano negli stereotipati luoghi comuni o nel finto buonismo di massa e di italica virtù ( o colpa ), che irrita nella misura in cui si è obbligati a sopportare le lacune di un sistema di vigilanza e di controllo che latita per colpe come sempre riconducibili ai trisavoli della politica e della cattiva amministrazione. In sostanza, è pessima abitudine puntare il metaforico dito, forse per alleggerirsi di qualche colpa, nei confronti di chi avrebbe dovuto vigilare e non l'ha fatto, generando un vortice di malcontento e di pessimismo che stenta a trovare i veri responsabili del degrado.
     Non voglio essere ripetitivo né ovvio nella disamina, ma l'evidenza dei fatti stride con l'effettiva realtà che, volenti o nolenti, individua nell'ignaro cittadino orobico il vero straniero nella propria città.

      pagina 02 di 02
 
 
 
 
 
         
     
   
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Bergamo, Pierluigi, Piromalli, Avvocato, Immigrati, Criminali, Criminalità, Extracomunitari, Forze, Ordine, Bergamasco, Stranieri