Accanto a questi disegni trovano posto gli scatti di Giovanni Diffidenti, anch'egli bergamasco, fotoreporter che dal 1990 realizza reportage incentrati su problemi umanitari e che lavora con Laura Morelli dal 2001 a progetti artistico-umanitari. Le sue immagini fermano la realtà, luoghi e persone che ruotano attorno a Tibu Sugu: sono una testimonianza quasi giornalistica di ciò che sull'altopiano Dogon è la quotidianità. Vediamo i guaritori tradizionali all'opera, con erbe e lamette, i malati, i posti dove vivono, che spesso sono strade, e anche un immagine drammatica della crisi epilettica di una bambina, voluta dalla madre perché mostrasse cosa succede. I disegni e le foto, su pannelli espositori, sono accompagnati da brevi testi che raccontano la storia della persona fotografata o dell'autore del disegno, spiegando ciò che abbiamo davanti.
     Questa mostra itinerante è la prima tappa di un progetto chiamato, appunto, "Tibu Sugu", il quale punta alla sensibilizzazione ed alla raccolta di fondi, al fine di realizzare un ambulatorio in Mali, formare personale locale competente, fornire medicine, fare informazione sul territorio. Indipendentemente dal progetto umanitario, essa ci fa conoscere una realtà lontana e poco nota, tentando anche un avvicinamento ad una cultura profondamente diversa dalla nostra, senza punte caricate in senso drammatico. L'approccio, infatti, non è alla epilessia, ma alla comunità che convive con la malattia in una situazione critica, senza tuttavia perdere la dignità, che trapela in ogni viso ed in ogni scatto. La mostra è anche un gesto di solidarietà concreto verso queste persone ed un omaggio alla loro cultura. Le immagini ed i testi danno voce a Missiri, anziana abbandonata, a Jean, che mangia da solo così, in caso di una crisi, non getta a terra il cibo dei familiari, a Didin, amata dalla famiglia ma guardata con disprezzo dagli altri. Le loro storie e disegni raccontano, oltre al vissuto personale, anche quello di chi, come loro, cade come una pietra e di chi, impotente, resta a guardare.

 
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