la maggior parte ammette di aver visto solo quelli più vicini o quelli che si sono "trovati davanti". Certo, si volevano toccare più parti della città, ma restringere il campo ad una zona più circoscritta avrebbe favorito il pubblico, libero di godersi un'opera senza l'ansia di non avere tempo sufficiente per vedere le altre, facilitato nel fare l'intero percorso e stimolato da una visione più generale. Le opere ospitate, tuttavia, erano coinvolgenti e significative. Lo spettatore era portato ad interagire ed entrare in contatto con essa: non il quadro da guardare in un museo da una debita distanza, ma oggetti da toccare, da guardare da tutti i punti di vista, da avvicinare. Lavori come quello di Ferrario Freres, "Incubazioni", sul Sentierone, dove in un container buio, vibrante di suoni ritmici, sono proiettati a tre dimensioni dadi in cui sono intrappolati degli uomini, o "Get into the picture" di Laila Pozzo, al Parco Sant'Agostino, suscitano emozioni profonde, anche forti in chi guarda. La performance interattiva, proposta da Rivera e dalla fondazione Bosis, per ragazzi con difficoltà, aumenta il livello di coinvolgimento, facendo sentire il pubblico quasi parte dell'opera.
L' affluenza è stata buona, soprattutto per i container che si trovavano in zone "battute", ma, in generale, gli spettatori ammettono la loro difficoltà nel capire ciò che hanno davanti, nonostante la voglia ci sia. Il progetto di CONTAINERART è valido; si muove in una direzione, sostenuta da molti, che determina l'avvicinamento della gente all'arte ed ai suoi linguaggi, presenta opere di spessore e in grado di suscitare interesse, ma appare privo di indicazioni. Quando si pensa ad una mostra, secondo noi, il pubblico deve essere tenuto presente, ma non in termini esclusivamente commerciali (come avviene spesso, con mostre povere ma in grado di attirare molte persone), bensì culturali. L'esposizione deve lasciare qualcosa a chi la vede, non solo un'emozione, ma anche un'idea, un concetto. In questo senso, il pubblico va orientato e non l'opposto. Questa è la pecca di una iniziativa importante; se afferrata appieno, un vero tesoro: resta da appianare la strada che vi porta.