fotografata in quanto è una delle poche parti rimaste della Chiesa degli Umiliati.
     Entrando, non si può rimanere indifferenti di fronte al maestoso affresco del soffitto. Risale al 1749 ad opera del pittore veneto Mattia, Bortoloni, una delle sue realizzazioni più belle. L'affresco, molto luminoso, dona una sensazione di profondità e di altezza alla chiesa, mentre si accosta armoniosamente alla struttura del soffitto con delle volte illusorie, dipinte. Il "Cielo Domenicano", così è stato denominato, raffigura la gloria dell'Ordine di S. Domenico, intesa come "ascesa alla S.S. Trinità", distinta nel "Sacrificio di Isacco" e nella "Gloria del S.S. Sacramento". A causa della morte del pittore, questo magnifico affresco fu completato nel 1751 da Gaspare Diziani, pittore bellunese, che non stravolse l'opera di Bortoloni, ma la completò basandosi sulle bozze dell'autore.
     Potremmo scrivere pagine e pagine di descrizione per ognuna delle figure rappresentate, ma in questa sede ci limitiamo a farvi nascere la voglia di osservare dal vero quest'opera, perché nemmeno le più belle parole possono regalarvi sensazioni simili a quelle che si provano trovandosi sotto la volta con il naso all'insù e la carotide sopportabilmente in tensione, persi nella contemplazione di questa ascesa verso il cielo, verso il divino.


     Riportando lo sguardo in orizzontale, partendo da destra e dal fondo della chiesa, troviamo la prima delle dieci cappelle, cinque per lato, raffigurante "S. Raimondo da Pennafort", uno dei dipinti più noti del Lucchese (Pietro Ricchi) risalente al 1641. La seconda è dedicata a
S. Caterina da Siena, raffigurata in estasi su una pala ad olio su tela ad opera del pittore Giuseppe Antonio Orelli (Locarno 1706 - 1776). Francesco Monti invece è l'autore della terza cupola, molto più complessa, ricca e grande delle altre, tuttavia ornata in modo coerente nonostante la varietà degli oggetti che racchiude, dai dipinti policromi e monocromi agli stucchi ed ai marmi. Il tema di questa cappella è "La Madonna del Rosario". La quarta invece è dedicata a S. Vincenzo Ferreri, sia nella parte centrale, del veronese Carlo Salis, che negli ovali laterali di Giorgio Anselmi. In verità tutte le cappelle sono complementate da ovali, altre da statue; questo per evidenziare le numerose mani che hanno creato tele e gli scalpelli che hanno modellato nella pietra le statue.
     Il protagonista della quinta cappella è S. Bartolomeo a cui è stata dedicata l'intera chiesa così come per S. Stefano. Non si tratta di un Domenicano questa volta; S. Bartolomeo era un apostolo. Giovan Battista Discepoli, detto lo "Zoppo di
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