Guardandola negl'occhi mi domandai se l'amavo e se fosse: perché? Comunque non potevo, mi ribattei; astuta mossa per eludere una risposta difficile da dare. o troppo imbarazzante. Nel frattempo eravamo solo lei ed io al tavolo, non perché gli altri se n'erano andati, ma in quanto ci eravamo immersi completamente l'uno dentro l'altro. In quel mare di parole, ogni tanto si doveva però cacciare fuori il capo per respirare ed io non mi dimenticavo di scattare quante più fotografie possibili, senza saziarmi, come quando si visita una nuova località e si vuole fotografare tutto non sapendo se un giorno vi si possa ancora tornare. Oppure come quando avidamente si fotografa un oggetto che rientra nelle proprie passioni, come un'auto nel mio caso. Per quanto la potrei rivedere a piacimento cercando la rivista che ne ha parlato, fotografarla è come averla.
     In un certo senso era come possederla, inquadravo ed imprimevo di lei ogni particolare sulla mia macchina digitale, ma la scheda di memoria finì con l'essere piena. Tuttavia avevo già notato un computer con porta USB nei pressi della reception , adatto al passaggio dei dati dalla mia SD al mio hard disk portatile. In tal caso avrei potuto svuotare la memoria della macchina digitale e far posto ad altri scatti. Potevo non avere un paio di pantaloni di ricambio, ma sicuramente una replica di sicurezza di tutti i miei dati me la dovevo portare appresso; nell'evenienza che dei ladri, un incendio, un fulmine, qualsiasi cosa potesse distruggere tutti i miei dati a casa, dal mio HD USB avrei potuto recuperare ogni cosa.
     Mi servivano una decina di minuti ed il permesso del gestore dell'albergo. Trovatili entrambi scaricai tutte le immagini della mia magica HP, magica in quanto, come descritto all'inizio di questa novella, delle 327 fotografie effettivamente scattate, a seguito del download ne trovai 351. Ecco lì, a portata di clic, il mio futuro. Ben più difficoltoso fu invece trovare il coraggio di guardarle, ma nell'altro piatto della bilancia c'era il peso della curiosità che prevalse ben presto e mi ritrovai, fotogramma dopo fotogramma, catapultato nel mio reale ed immediato futuro. Vidi un abbraccio fortissimo di Ambra nei miei confronti, vidi Santos che mi stringeva la mano e mi ringraziava della simpatia. Vidi Patrik che mi consegnava l'assegno di 2.000,00 Euro, come pattuito il primo giorno e vidi un collaboratore dello staff costernato per avermi rovesciato un bicchiere di aranciata addosso. Vidi Ambra sola nel letto e vidi me che camminavo nel buio, in paese, ma non intuii in che direzione. Vidi una bellissima montagna, prati verdi e vidi me, steso sull'erba con il cappello sopra gli occhi e le braccia dietro la nuca. Vidi altri fotogrammi di bellissimi paesaggi dei dintorni, ma non vidi più

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