Venni assalito dal panico: era chiaro che mi sarei dovuto mettere in mutande, logicamente mi sarei incollato al corpo della modella, ma non avevo pensato all'imbarazzo da superare di fronte a tutti i curiosi che si sarebbero fatti intorno al set di lavoro. ma Santos, come se avesse ascoltato i miei pensieri, mi informò che ci attendeva un'ora di cammino, in quanto il "Maestro" voleva fare il servizio in un posto assolutamente isolato ed inconsueto. Mi rasserenai.
     Il sentiero non era particolarmente ripido, la fatica non poteva avere preso il sopravvento su qualcuno, eppure, oltre a noi quattro, c'erano al seguito nove persone rigorosamente ammutolite. Non vi ho mai parlato di loro in quanto non li conoscevo, anche perché venivano trattati come "gli altri", ovvero coloro che servono ma non sono indispensabili, quelli che fanno sì colazione, ma in un tavolo rigorosamente separato da quello del "Maestro", coloro che evidentemente non hanno il permesso di parlare e di fare qualche battuta, di sorridere e di fare qualche scherzo fra di loro, coloro che si occupano delle luci, del set, dello sviluppo delle pellicole, degli abiti ed il trucco di Ambra, del frigo e delle bibite, della sicurezza. ma chi era questo Patrik per circondarsi di tanta tristezza? Cosa aveva in tasca che si poteva permettere di stabilire quale umore dovessero avere gli altri?
     Accelerai il passo e mi affiancai ad Ambra, poi, osservando il suo profilo, le chiesi come stava. Il suo "bene" di risposta era assolutamente un "male, lasciami stare". Testardo non la lasciai perdere e le chiesi se Patrik capiva l'inglese. Intuii un no con il capo. Questa notizia a tutta prima mi lasciò perplesso: come poteva non conoscere l'inglese, un artista internazionale, almeno credo che lo fosse, il quale porta tanto più un nome non certo latino; comunque, se tutto ciò corrispondeva a verità, non poteva fare altro che portarmi vantaggio direi.
     Ripresi con Ambra e le manifestai il mio dissenso, la mia incapacità di comprensione nei confronti della sua costante tristezza: "solo una persona che ha sofferto le pene dell'inganno può vivere con un velo di amarezza che sovviene in ogni istante di pausa della propria giornata; tutti ignorano il tuo stato d'animo, ognuno è troppo concentrato sul proprio egoismo, ma non chi come me lo ha vissuto. A me tutto è molto chiaro." Questo le dissi. La conferma che non mi ero sbagliato giunse con genuina semplicità dai suoi occhi scuri, umidi, che mi fissavano.
     "Parlami Ambra", le dissi, "apriti con me, tanto fra due giorni io tornerò ad essere lo sconosciuto di ieri!" Proferì parola alcuna e continuò nel suo cammino lungo il sentiero della montagna, lungo il percorso del silenzio.

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