Il Palazzo Terzi racchiude al suo interno degli esempi di decorazione barocca e rococò del Seicento e Settecento fra i meglio riusciti di Bergamo; inoltre sono ottimamente conservati grazie a meticolosi restauri eseguiti in epoca recente. Nell'ala destra si trova il salone di rappresentanza, suggestivo nelle decorazioni e sorprendente per la ricchezza dei particolari, in fondo era un ambiente simbolo del ceto sociale. L'interno è così intatto ed originale che, circolando per le stanze, sembra di tornare indietro nel tempo, non si respira un'aria di "vecchio", perché non c'è polvere, è tutto pulito, lucido, è come se i residenti si fossero assentati solo da qualche giorno. Lungo le scale si trovano ancora le candele sui candelabri settecenteschi; i serramenti sono gli stessi dell'epoca, così come i mobili, i quadri, i suppellettili.
     Il salone dei ricevimenti è alto due piani ed è quello attorno al quale ruotano gli altri ambienti. Vi si accede direttamente dal portico d'ingresso ed è privo di anticamera. All'interno si trovano delle riquadrature barocche importanti e da ammirare con paziente contemplazione. Il pittore cremasco Gian Giacomo Barbelli, nel 1640, lo ha decorato a proprio piacimento e libero da ogni direttiva architettonica. Si è fatto aiutare nell'opera dal quadraturista Domenico Ghislandi. Alzando lo
sguardo si notano quattro finestre vere ed altrettante finte, situate agli angoli della volta; quelle disegnate sono realizzate così magnificamente che possono apparire reali se non avessero le mezze figure rappresentate al loro interno. Sembra che questi personaggi siano i ritratti di alcuni membri della famiglia vissuti in quel periodo. Lungo i lati della volta si possono osservare quattro riquadri che raffigurano: "Minerva che con Marte guida le Truppe", "Orfeo che incanta gli animali", "Giuseppe che Guida le Furie" ed una "Flora con cornucopia". Per aumentare l'importanza di questo ambiente, fa da sfondo un imponente camino di marmo affiancato da due leoni che ne reggono l'architrave. Questa stanza infine è arricchita da numerosi quadri dipinti dal pittore tedesco Cristoforo Storer, naturalmente sul tema dell'Olimpo. Una porta sulla sinistra conduce alla sala da pranzo, decorata dagli stessi autori, in cui l'affresco principale rappresenta l'origine della "Via Lattea".
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