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                           I Terzi sono venuti ad abitare a Bergamo nel Cinquecento ed hanno trasformato una casupola in una sfarzosa residenza, inglobando le abitazioni vicine al fine di ampliarla secondo le proprie esigenze. Si è trattata di una operazione piuttosto complessa, in quanto la mancanza di 
                        un piano urbanistico aveva permesso la nascita disordinata di molti 
                        caseggiati. Unire degli ambienti, che all'origine sono stati realizzati 
                        per delle singole famiglie, ha comportato un lungo lavoro per mano 
                        di molti architetti, tuttavia il risultato è stato eccellente. 
                             Le opere esterne ed interne, oggi le possiamo contemplare certi della loro originalità, soprattutto per merito dell'abilità e la saggezza di chi le ha conservate con maniacale precisione. Solo la Pietra di Sarnico, notoriamente fragile alle interperie, segna il trascorrere del tempo. Gran parte del merito va alla professionalità dell'Alessandri, che nel ristrutturare la facciata su ordine dei Terzi non ha modificato l'impostazione, bensì ha valorizzato l'aspetto degli elementi tardorinascimentali che nel Seicento, un architetto rimasto sconosciuto, aveva inserito. 
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                       Osservando la facciata dell'ingresso, si nota che il piano principale è marcato da una doppia fascia marcapiano. Il portale, sobrio e dall'aspetto importante, sostiene un balcone con due puttini raffiguranti l'Autunno e l'Inverno, infatti sono in tema e simmetrici con quelli precedentemente descritti. Le finestre del primo piano sono sormontate da   | 
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                  timpani spezzati con al centro dei busti di Imperatori romani. Quelle del secondo piano hanno i timpani diritti e privi di armamenti, mentre le restanti, ovvero il piano terra e l'ultimo, sono più piccole e bordate con Pietra di Sarnico. 
                            L'ingresso è opera dell'Alessandri e costituito da tre archi paralleli sostenuti da sei colonne. Esso non è baricentrato al cortile, perché i muri esistevano già prima della realizzazione finale del palazzo ed hanno vincolato il progetto naturalmente. In ogni caso si tratta di un difetto impercettibile ad un occhio non allenato. Un terrazzo su Città Bassa infine chiude il cortile per mezzo di una balaustra, la quale regge le statue della Pittura e della Scultura, in tema con quella presente nella NICCHIA. Tale terrazzo si affaccia su un giardino che degrada con tre livelli su Via San Giacomo.   | 
                 
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