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CHOOSY IN UN “MONDO DI MERDA”
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Sapete che cosa accade in Svezia quando nasce un bambino? Nel giro di pochi giorni - non mesi - alla famiglia giunge per posta una scatola, meglio dire uno scatolone. Mittente: lo Stato svedese. Aprendo la scatola gli occhi della mamma non possono fare altro che illuminarsi, ma che cosa ci si trova dentro? Una soddisfacente collezione di vestitini, dei pannolini, dei biberon, e ancora… tettarelle, bavagliette e anche un qualcosa che… ci scommetto… ci siamo dimenticati tutti di comprare se non dopo aver fatto il primo bagnetto: il termometro per l’acqua nascosto in un bel giocattolino. Non è finita: svuotata la scatola, quest’ultima serve come lettino per i primi mesi, con tanto di lenzuola e piumotto.
     Può piacere o non piacere, ma l’utilità di questo cadeaux è indiscutibile, senza contare che “a Caval Donato non si guarda in bocca”, tanto più il lettino per i primi mesi. Come neo padre alla prima esperienza ho trovato piuttosto difficoltoso scegliere l’oggetto migliore per far dormire la mia piccolina durante i primi mesi. Il suo lettino bello montato prima ancora che nascesse era troppo grande, la carrozzina poggia sulle medesime ruote con le quali si esce di casa, la sdraietta è eccezionale di giorno, ma va bene solo per il divano. Insomma, un bel dilemma, a meno che si hanno soldi da buttare via per un lettino da usare solo quattro mesi, per la felicità delle aziende per l’infanzia.
     Sono convinto che moltissime famiglie, leggendo queste mie parole, avranno esclamato “che bello!” Mi associo in toto a questa esclamazione, tuttavia sono convinto che in Italia non funzionerebbe, anzi, darebbe persino fastidio. Credo che molte famiglie, anche non abbienti, getterebbero la scatola direttamente nell’indifferenziata. Questo perché noi italiani siamo molto choosy (schizzinosi). Per noi l’apparenza è troppo importante, piuttosto si preferisce mangiare la pasta da discount pur di avere la TV di ultima generazione o un telefonino nuovo all’anno. La scatola… mamma mia, ce l’hanno tutti uguale e poi che vergogna far vedere mio figlio con questa roba… ci vuole il tal vestitino, di marca, dal costo improponibile, che userà solo un mese in quanto presto gli scapperà, giusto per fare invidia alle amiche.
     Posso farvi un esempio che avalla questo mio pensiero. Conosco molte società che hanno dovuto chiudere le nursery in quanto più nessuna mamma la utilizzava. Dove mia moglie lavora c’era una volta la nursery, poi è stata chiusa. Mia moglie si è proposta per parlare con i vertici al fine di riaprirla, ma ha trovato sulla sua strada molte choosy che non l’hanno appoggiata per pura pigrizia. In sostanza preferiscono stare a casa (è bello stare a casa) o pagare un nido (costosissimo), piuttosto che venire al lavoro sapendo di avere il proprio figlio a portata di mano.
     Il problema è che lo Stato italiano considera importanti solo i primi tre mesi degli infanti, ma lo svezzamento avviene indicativamente a sei mesi e lo svezzamento è importante. Tuttavia, senza una possibilità economica adeguata non è possibile tornare al lavoro alla fine del terzo mese. Veramente è difficile anche andare avanti con il 30% del proprio stipendio, non credete?
     Comunque, in Italia è difficile crescere un figlio, sembra che il sistema ti remi contro, tuttavia, se prima di diventare padre sostenevo che forse non è il caso di mettere al mondo un figlio per farlo vivere in questo “mondo di merda”, oggi credo che ne valga in ogni caso la pena e trattandosi, appunto, di un “mondo di merda” mi impegnerò con tutte le mie forze per proteggere mia figlia, dandole tutto quello che non ho potuto avere io.
     Non ho detto che la vizio!!!

 

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