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È BELLO ESSERE DONATORE AVIS
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Il 14 giugno c’è stata la Giornata Mondiale del Donatore. Si tratta di una iniziativa annuale che a me piace in modo particolare, ma prima di spiegarvi il perché di questo e di raccontarvi le motivazioni per le quali è bello donare il sangue e, egoisticamente parlando, anche conveniente, certo… nella speranza che vogliate ascoltarmi, vorrei snocciolare qualche numero.
     È indubbio che tutti abbiamo o potremmo avere bisogno di sangue ed è solo grazie alle donazioni che possiamo essere operati in un ospedale o curati per molte altre patologie. Il sangue non è riproducibile in laboratorio, quindi qualcuno ce lo deve pur dare in qualche modo. La bella notizia è che nel 2011 c’è stato un incremento delle donazioni dell’1,5% rispetto all’anno precedente, ma, entrando nel merito del dato, purtroppo, si evince che i giovani sono solo il 28% dei donatori complessivi in Italia, i quali sono 1.733.398, di cui maschi per il 69,9%. Sono dati freschi del Centro Nazionale Sangue, esposti dal suo direttore Giuliano Grazzini.
     Perché donare il sangue? Perché diventare donatore AVIS? Perché è bello farlo? Sono bergamasco e sono orgoglioso del fatto che la provincia di Bergamo è la prima in Italia per quantità di sacche di sangue raccolte, ne abbiamo parlato in occasione di un servizio sul rinnovo del centro di Monterosso; ogni anno, come nel 2011, si ha un nuovo record, ma non è certo per le mie origini che ho deciso, nel 2001, di diventare donatore. Premesso che ho una “fottuta” paura degli aghi, ma più che degli aghi del dolore ed ho una soglia del dolore molto bassa, quindi, quel che a molti è un pizzicotto per me è già dolore, e ce l’ho sempre, ogni volta che vado a donare, superato questo imbarazzo mi sento subito parte di una squadra di persone innumerevoli che sta facendo qualcosa di importante per la società. È un atto di generosità, è un gesto che come minimo aiuta qualcuno, ma in certi casi salva anche la vita di qualcuno che mai andremo a conoscere.
     È un gesto nemmeno troppo impegnativo, dopo l’attesa allo sportello si fa una chiacchierata con un medico che ti prova anche la pressione, una punturina per definire il livello di emoglobina (per me… che male…) e poi via, ci si siede per il prelievo di 400 cl. Se, tra l’altro, si impara a giocare con la pallina che si ha in mano, la sacca si riempie anche velocemente. Al termine dell’operazione ci si deve concedere una decina di minuti prima di alzarsi dalla comoda seggiolona, altrimenti si rischia di svenire, ad ogni modo ricordate che ci sono medici dappertutto, nessuno mai viene lasciato solo.
     Finalmente la parte che mi piace di più: mangiare. Certo, perché dopo la donazione, che va fatta a digiuno, ci si reca nella saletta per una colazione grandiosa: pane e prosciutto cotto, brioche, succo di frutta, spremuta, caffè e cappuccino, cioccolata e varianti, senza limiti e gratis… credetemi, la prima volta pensavo che qualcuno ci chiedesse il conto alla fine della colazione.
     Vogliamo essere egoisti per avere altri motivi per diventare un donatore? Innanzitutto non paghi il ticket sanitario per gli esami del sangue, perché, ovviamente, il sangue che doniamo viene analizzato. Ovviamente non è che puoi prescrivere dei controlli specifici, ma i parametri di base, giusto per sapere se tutto è nel range, ci sono. Poi, è possibile fare il vaccino per l’epatite B, che non è cosa da poco. Al di là della gratuità, assolutamente chi non è vaccinato lo deve fare se ama se stesso. Infine, lo sapete che donare il sangue fa bene al nostro corpo? Le donne, grazie al ciclo, possono avvantaggiarsi del fatto che, donatrici o meno, hanno un ricambio di sangue costante, mentre noi uomini no. Donare il sangue permette anche a noi di mantenere efficiente la produzione di sangue nel nostro corpo.
     Dai! Provate almeno una volta, andate all’AVIS!
     La Giornata Mondiale del Donatore, che, dal 2004, ad opera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ricorre ogni 14 giugno per ricordare la nascita di Karl Landstainer, lo scienziato scopritore dei gruppi sanguigni, è stata una occasione per donare sangue proprio da parte di chi non lo ha mai fatto o non lo effettua regolarmente, in quanto i centri di raccolta si sono moltiplicati occupando le piazze delle città. Lo slogan di quest’anno è stato “Ogni donatore di sangue è un eroe”; magari è un tantino esagerato, ma poco ci manca se andiamo a vedere che ruolo ha una sacca di sangue nel sistema ospedaliero. Il sangue è indispensabile nel primo soccorso, negli interventi chirurgici, nei trapianti di organo e nella cura di varie malattie, da quelle oncologiche a varie forme di anemia. In questi presidi temporanei, del personale qualificato ha risposto ad ogni domanda o, semplicemente, ha fornito tutte le informazioni di cui si ha bisogno, ma l’occasione è stata ghiotta anche per sensibilizzare alla donazione in un periodo dell’anno, quello estivo, in cui se ne registra spesso un calo. Delle 2.300.000 unità l’anno di cui il nostro paese necessita, grazie ai donatori abituali attualmente ne sono disponibili 1.300.000. Fantastico, tuttavia il bilancio è negativo.
     Concludo con una sintesi di caratteristiche che un iscritto all’AVIS deve avere per donare il sangue: età compresa tra 18 anni e 60, più di 50 kg di peso, pulsazioni comprese tra i 50 e i 100 battiti al minuto, pressione arteriosa tra 110 e 180 mm di mercurio (sistolica) e tra 60 e 100 mm di mercurio (diastolica), stato di salute buono e nessun comportamento a rischio… droghe, alcool, rapporti sessuali a rischio… L’intervallo minimo tra una donazione di sangue intero e l’altra deve essere di 90 giorni e la frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 volte l’anno per gli uomini e 2 volte l’anno per le donne.

 

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