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MANOVRA FINANZIARIA 2011: VERITÀ E MENZOGNE A BRACCETTO
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Scusate, ma voi avete capito qualcosa di questa manovra finanziaria? Un giorno si parla di una cosa, un altro giorno si sente cambiare idea e non si capisce che cosa sia stato approvato e cosa no, ciò che è definitivo e ciò che è in discussione e che potrebbe cambiare.
     Magari questa situazione è voluta, meno sappiamo e capiamo meglio è… Personalmente ritengo che l’argomento sia troppo complicato ed esteso per occuparcene noi di Infobergamo.it. Credo che lo possano fare solo gli esperti, quelli che scrivono su importanti testate quotidiane ed hanno la pazienza ed il tempo per raccogliere ed accertare le informazioni “day by day”. Noi ci occupiamo anche della nostra città, di motori, di feste, di salute e viaggi, intervistiamo… possiamo approfondire solo un determinato argomento per volta, tuttavia, in questa sede posso, insieme a voi, occuparmi delle menzogne che circolano ogni giorno su carta stampata e TV.
     Partiamo della Provincia di Lodi, una di quelle che potrebbe sparire in quanto non possiede almeno uno dei due parametri minimi per il suo salvataggio: 300.000 abitanti o 3.000 Kmq di territorio. Il presidente Pietro Foroni sostiene che il risparmio a fine anno potrebbe essere al massimo di 1.000 euro. È vero che il personale verrebbe accorpato, gli “statali” non verranno licenziati ha dichiarato il Governo, ma gli affitti delle sedi? I costi di manutenzione degli edifici? Riscaldamento, corrente, cancelleria, PC e stampanti e tutti i rimborsi spese dal Presidente in giù? Io ho compreso che eliminare alcune province non significa togliere i servizi a quel territorio, ma solo spostare geograficamente le sedi amministrative e quando i Presidenti verranno accorpati, ovvero ipotizziamo che la provincia di Lodi finisca sotto Milano, vi sarà un unico Presidente ed uno stipendio in meno.
     Un discorso simile va fatto per quei paesi sotto i 1.000 abitanti, ve ne sono 57 nella provincia bergamasca. Si è parlato di perdita della cultura locale, di perdita di identità del territorio… ma non fatemi ridere! Si tratta di dover andare al paese vicino anziché nel proprio per sbrigare le solite questioni burocratiche. Qualcuno ha parlato addirittura di impedimento all’espansione del paese che, guarda caso, non raggiunge i 1.000 residenti per una manciata di persone. Ma quali mai sarebbero gli eventuali problemi per un paese che con il tempo, dopo l’accorpamento, supererà molto probabilmente il migliaio di residenti ma avrà la sede comunale nel paese limitrofo? Credo proprio nessuno. Io vivo in una frazione che insieme ad una seconda frazione dipende dal paese principale; in totale siamo 1.283 anime. Questo oggi, prima della possibile eliminazione dei comuni “piccoli”. Quindi, l’accorpamento dei comuni è qualcosa che già esiste e che fino ad oggi non ha sollevato perplessità nella gente. In verità, questo accorpamento porta enormi vantaggi invece a molti comuni montani, i quali hanno pochissimi abitanti su un territorio vasto, con parecchi chilometri di strade a testa. Oggi, questi paesini hanno enormi difficoltà nel trovare i fondi per manutenzionare le strade, in più vi sono tutti gli altri servizi, resi maggiormente costosi proprio dalla morfologia del territorio. L’accorpamento distribuisce il carico economico su più abitanti.
     Il risparmio è certo… non è che la questione invece tocca la poltrona degli attuali sindaci e presidenti provinciali che potrebbero perdere il posto?
     Passiamo al contributo di solidarietà. Finalmente è stata fatta una scelta che colpisce non tutti arbitrariamente, ma solo chi ne ha di più. A prescindere dalla assurda affermazione che chi ha un reddito di 90.000 euro l’anno appartiene alla fascia di ceto medio - per me 90.000 euro significa stare molto bene, anche perché non è da tutti oggi avere un reddito di questa cifra, credo che siano veramente pochi - è vero, forse si dovrebbe tenere conto dei componenti del nucleo famigliare, ma quanti in Italia hanno 3 figli a carico? Pochi e anche con 3 figli a carico e una moglie che non lavora… con 90.000 euro si vive bene. Oh, i beni superflui sono superflui, le macchinone non sono oggetti indispensabili, senza il superfluo si sta bene con questa cifra e con un mutuo.
     Che delusione quando Casini, leader dell’UDC, ha dichiarato che il contributo di solidarietà è iniquo, ma che invece ritoccare le pensioni sarebbe più equo. Non perderei tempo a contraddirlo se non fosse che Alfano, il primo segretario del PDL ed ex Ministro di Grazia e Giustizia, ha rassicurato che “chi attualmente percepisce la pensione non verrà toccato”, grazie, peccato che anche noi negli “anta” vorremmo prendere la pensione un giorno e anche gli “enta” e… di questo passo, a furia di spostare in là l’età pensionabile, lo status di riposo lavorativo lo raggiungeremo a pochi anni dalla tomba. Mi dite come diavolo possiamo dare un posto di lavoro ai giovani se lavoriamo fino a 65-70 anni? No, perché, è utopico pensare che dopo aver raggiunto i 35-40 anni di lavoro si possa andare in pensione nell’attesa del giorno in cui si inizierà a percepire il grano. Quanti oggi possono vivere di rendita 4-5 anni fino alla pensione?
     Grande idea! Aumentiamo l’IVA. Si ipotizza 9 miliardi di entrate in più… ed è democratica, colpisce tutti (anche chi non ha i soldi per mangiare, mi sembra giusto no?), solo che contrae i consumi, dice Tremonti, il padre della stangata, e se lo dice lui… peccato che l’Imposta sul Valore Aggiunto pesa esclusivamente sul consumatore finale. Chi ha una attività commerciale, la quale, per definizione, dovrebbe consentire un maggior guadagno rispetto ad un lavoratore dipendente, l’IVA la scarica, la recupera, insomma, non la paga. Io ho acquistato un veicolo commerciale per la mia attività di consulente e l’IVA l’ho recuperata tutta. Quindi, anche questa soluzione è una bufala che protegge i soliti benestanti.
     Però sono diventati più bravi… adesso, finalmente, hanno programmato dei tagli alla politica, con altri 9 miliardi in meno alle Regioni. Ci credo che Formigoni, presidente della Regione Lombardia, è adirato, è una bufala. Questi tagli non sono politici, ma sono agli enti locali, coloro che ci forniscono i servizi che usiamo tutti i giorni. Gli enti locali hanno solo due soluzioni: o tagliano i servizi a nostro discapito o aumentano le tasse locali sempre a nostro discapito.
     Non sono mica poveracci quelli che ci governano, quindi, secondo voi, come possono questi ricconi da 15.000 euro netti al mese prevedere una manovra finanziaria equa e che quindi, come tale, dovrebbe colpire loro stessi? Capite che è fantascienza? La patrimoniale, che colpisce solo coloro che ne hanno, niente, non si fa… sebbene i super ricchi non hanno certo case e barche intestate a loro stessi. Di conseguenza sfuggirebbero comunque, ma i poveri, almeno, sono al sicuro, “sicuro!” Altra soluzione: la vendita degli immobili dello Stato, opzione avallata anche da Oscar Giannino, economista; si stima che abbiano un valore di oltre 500 miliardi di euro… ci basterebbero 20 miliardi… che cosa ci vuole?
     Dicono a gran voce tutti: “bisogna combattere gli evasori fiscali” e poi mi portano da 3.000 euro a 2.500 il valore massimo delle transazioni economiche in contanti… sono ridicoli. Se si vuole fare “una cosa fatta bene” portatela a massimo 500 euro, come ha proposto Susanna Camusso, neo segretaria della CGIL. Esiste un motivo per cui si debbano pagare beni e servizi in contanti per 2.500 euro? Sì se i contanti derivano da transazioni in nero e non possono più essere depositati in banca, pena la tracciabilità dell’operazione.
     Le soluzioni ci sono, ce ne sarebbero delle altre, ma sarebbe fiato sprecato con l’attuale maggioranza e minoranza di Governo.

 

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