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PICCOLE CANAGLIE INCOMBONO
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Quando parliamo di criminali, la nostra mente genera pensieri in ambito di fatti imponenti, dalle grandi truffe all’omicidio, quelle notizie che risaltano in un TG televisivo o che si abbinano perfettamente alla prima pagina di un quotidiano e… fanno vendere. Vedasi la truffa pianificata dal noto Calisto Tanzi o uno dei tanti omicidi come quello di Sarah Scazzi. Eppure esistono anche i piccoli criminali, piccoli non inteso come età anagrafica - purtroppo ci sono anche questi -, ma coloro i quali commettono piccole truffe, piccoli soprusi, piccole azioni illegali. Sono fatti quotidiani che non fanno notizia e che, veramente, nemmeno giungono alla stampa.
     Codesti sono intorno a noi, ogni dì. Questa gente rappresenta la vera origine del male in grande stile, è la genesi. Se tutti noi permettiamo che questi “piccoli criminali” continuino nella loro opera, ufficializziamo i “grandi criminali”. La questione è semplice: se un soggetto si abitua a violare la legge su questioni non particolarmente gravi, con il tempo sarà portato a credere che potrebbe commettere fatti più gravi e restarne in ogni caso impunito. Peggio, chi la fa e la scampa è un figo!
     Se permettiamo che i piccoli criminali dilaghino, sulla quantità usciranno un buon numero di grandi criminali. È una sorta di selezione naturale… i migliori diverranno grandi criminali.
     La sensazione di impunità quasi del tutto italiana non è certo casuale. Si parte dal basso e la si fa franca con estrema facilità; è colpa nostra. Poi si passa alle grandi azioni criminose; quello che più rattrista e sconforta è il fatto che i “largest violator law” sovente restano impuniti. Di conseguenza uno si domanda: “perché non lo faccio anche io?”
     Questo ragionamento nasce da un fatto realmente accaduto, uno dei tanti che potrebbero essere capitati anche a voi. La legge 11/11/1975, numero 584, l’articolo 51 della legge del 16/01/2003, numero 3 ed il DPCM del 23/12/2003 sono chiari: è vietato fumare nei luoghi pubblici e nei luoghi di lavoro. A tale scopo devono essere preposte delle apposite sale con aspiratori o depuratori d’aria. I trasgressori sono puniti con un’ammenda che dovrebbe far passare la voglia di fumare. È accaduto invece che, nella sala di ristoro di un’azienda, quel tipico luogo nel quale un impiegato si prende un caffè in compagnia di qualcuno, sia nata una certa abitudine a violare l’anzidetta legge, fumando.
     Un non fumatore, nello specifico un’impiegata, dopo essersi lamentata verbalmente molteplici volte, ha preso coraggio ed ha attaccato sul vetro della porta d’ingrasso della saletta il relativo cartello, nonostante il trasgressore fosse un funzionario. “Non l’avesse mai fatto!!!”
     Sostanzialmente, è stata derisa da tutti. È stata trattata dalle sue college come una criminale. In pratica è come se fosse stata lei a trasgredire evidenziando una concreta violazione della libertà personale di non rovinarsi i polmoni con il fumo passivo di un altro. “Ma chi l'ha messo 'sto cavolo di cartello? Ma come si permettono! Che p…, non si può fumare in pace, se la prendono sempre con noi fumatori", hanno gridato alcuni. Ci sono stati anche commenti pesanti, conditi da parolacce verso l'ignoto autore/autrice dell'opera, manco avesse appeso chissà che! Tutti, fumatori, ex fumatori, mai fumatori, hanno criticato l'azione considerata eversiva di appendere un cartello in un luogo pubblico dell'azienda. Alla fine, ha detto ad alta voce: "Sì, sono stata io ad appenderlo, perchè sono stufa di vedere il mio diritto di NON RESPIRARE CATRAME violato palesemente ogni giorno e sono stufa di vedere che nessuno mi tutela in questo caso, anche se la legge lo consente esplicitamente." Ovviamente, è stata considerata una saputella, una attaccabrighe... e dire che lei voleva solo far rispettare un suo diritto costituzionale!
     Non so se vi rendete conto!!! E poi ci si lamenta dei grandi crimini? Delle grandi truffe magari a nostro danno? Con quale diritto si deride qualcuno che semplicemente ha chiesto che una semplice legge venga applicata?
     Per dirla alla Report: “Com’è andata a finire?” Il cartello è rimasto attaccato ed il funzionario trasgressore si è arrabbiato, ma ha smesso di fumare in saletta. Una piccola vittoria, ma è già qualcosa. Anche voi, fate la vostra parte, si potrebbe vincere la guerra.
     È rimasto solo un problemino… anche l’ad della società è un trasgressore, fuma ovunque, negli uffici, nei corridoi… ecco, qui la questione è un po’ più delicata, ci vuole più “pelo sullo stomaco”. Pensateci!

 

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