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AFFINCHÉ SIA IL POPOLO SOVRANO
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Non è una questione politica. Il referendum popolare non è una questione politica, è l’unico modo che abbiamo per esprimere il nostro parere, è l'unico modo che abbiamo per far valere la sovranità del popolo; a maggior ragione ora che qualcuno ha persino ventilato l’ipotesi di cambiare la Costituzione al fine di rendere il Parlamento sovrano.
     Quando votiamo un partito politico o un determinato soggetto legato ad un partito, certo, in quel momento esprimiamo la nostra opinione, ma la realtà dei fatti, non più un’eccezione ma quasi una regola, è che quella persona che dovrebbe rappresentarci, non appena acquisito il potere farà ciò che vuole, cambierà idea in ogni momento, e non potremo fare più nulla. Non è giusto, sì, ma quel famoso adagio “dare la propria parola” è appannaggio di pochissimi (vecchi) imprenditori di successo italiani. Vecchi inteso non anagraficamente, ma con idee di vecchio stampo, sane idee di vecchio stampo. Morale: andate a votare per voi stessi, è una grande opportunità.
     Se non erro, il referendum popolare non raggiunge il quorum proprio dai tempi di quel famoso voto contro il nucleare… L’attuale Governo lo sa bene, ecco perché, dichiarandolo persino spudoratamente, ormai non c’è più nemmeno una parvenza di ritegno, ha approvato un emendamento che sospende ogni progetto sul nucleare. Prestate attenzione alle mie parole, per favore, ho scritto “sospende”; ciò significa che temporaneamente il Governo non proseguirà con l’iter parlamentare che ha per scopo la realizzazione di quattro centrali termonucleari, ma non ha intenzione di interrompere il progetto, lo sta solo rimandando di un po’.
     Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato che il popolo, in questo momento, è spaventato per il disastro nucleare accaduto a Fukushima e solo per questo motivo il referendum sul nucleare passerebbe… come dire che diversamente, il popolo italiano, oggi, è favorevole al nucleare! La verità è che, oltre alla questione del nucleare, il 12 e 13 giugno c’è un tema che interessa soprattutto proprio al Premier: l’abrogazione della legge sul “Processo breve”, la quale salverebbe Silvio Berlusconi da almeno tre processi sui quattro attualmente pendenti.
     In parole povere, affinché un referendum sia valido, è necessario che si raggiunga il quorum degli aventi diritto al voto. Ad esempio, in uno stato di 5.000 abitanti aventi diritto, affinché il voto sia valido devono votare non meno di 2.501 persone. Raggiunto il quorum, si contano i sì ed i no. Di conseguenza, dobbiamo andare a votare, perché la questione del nucleare è solo sospesa, non definitivamente interrotta. Sono sicuro che i sì prevarranno e diremo addio al progetto insensato sul nucleare.
     In merito alla questione del “Processo breve”, i sondaggi mostrano come gli italiani siano alquanto disinteressati. È un vero peccato, in quanto è come legittimare gli intenti criminosi di coloro che scelgono di delinquere, avendo per l’appunto ancora più possibilità di uscirne illesi sebbene colpevoli. Ad ogni modo, sono convinto che i sì prevarranno anche qui, quorum permettendo.
     C’è poi una terza interrogazione popolare, quella in merito alla privatizzazione dell’acqua potabile. Secondo me, in questo caso, la gente non ha molto interesse sulla questione solo perché sta sottovalutando la cosa. Fino ad oggi, l’acqua del rubinetto viene gestita dal Comune o dalla Provincia, permettendo di usufruirne ad un prezzo ragionevole. Qualcuno, forse non a torto, sostiene che sia persino troppo economica, cosicché se ne spreca parecchia per questo motivo. Una legge sta privatizzando l’acqua potabile, la quale invece dovrebbe restare un bene di tutti, non dei soliti noti, comportando quasi certamente uno sfruttamento a scopo di lucro dei proprietari dei pozzi. Insomma, credo che il prezzo dell’acqua seguirà la medesima sorte di quello della benzina, ovvero in costante aumento. Non credo che vogliate questo, a meno che siate sicuri di pagare meno tasse liberando il Comune dal peso della gestione della rete idrica… credetemi, non accadrà mai!
     In conclusione, non lasciamoci accarezzare dall’idea che non è di nostro interesse andare a votare. Se non abbiamo un’opinione precisa in merito, andiamo ugualmente a votare e lasciamo la scheda in bianco, aiuteremo così, con il raggiungimento del quorum, tutti coloro che hanno invece le idee chiare, permettendo a loro di far prevalere democraticamente una opinione.

 

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