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COME CRESCONO E COME DOVREBBERO CRESCERE I NOSTRI FIGLI OGGI?
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Poco più di un mese fa chiacchieravo con un mio caro amico divenuto papà per la seconda volta e una domanda mi è venuta spontanea: “come crescono e come dovrebbero crescere i nostri figli oggi?”
     Io mi permetto di dire che il suo primo figlio sta crescendo benissimo e sarà così anche per il nuovo arrivato, immagino; volendo fare un altro esempio, altri due miei cari amici, Gianna ed Antonio, stanno crescendo due figli, maschio e femmina, in modo meraviglioso. Loro sono il mio modello per quando anche io diverrò padre.
     Tornando al neo papà di nome Gianfranco, ho condiviso con lui quanto ho potuto vedere in molte altre famiglie e mi ha confermato molti pensieri. Mi spiega Gianfranco: “le famiglie moderne arredano la loro casa seguendo la moda del momento. Innanzitutto è triste vedere che i giovani, nonostante i pochi soldi a disposizione, fanno dei pazzeschi finanziamenti pur di avere un arredamento trendy, spendendo cifre in assoluto ingiustificabili. Tuttavia sono fatti loro, ognuno è libero di scegliere in base al proprio gusto, solo che come fai a crescere un bambino in una casa del genere?”
     “Fermo che mi butti giù la lampada firmata dal… da 300 euro! Attento, quel tavolino in cristallo è delicato, costa un sacco di soldi! No, no, non si sale sul divano con i pennarelli… se mi rovini la pelle è un disastro! Ma vi rendete conto?” Continua Gianfranco, “praticamente, non possono più fare nulla, devono solo stare fermi. Ci credo che poi, alla fine, le uniche cose che fanno è guardare la televisione o giocare ai videogiochi. I genitori sono i primi ad essere contenti di questa situazione, così possono dedicare il tempo a Facebook, possono fare l’happy hour, li piazzano lì, se ne stanno buoni e non rompono le… a nessuno. I nostri figli, invece, hanno bisogno di interattività, non quella dei siti internet, ma quella fisica e mentale. Devono poter saltare sul divano, devono poter rotolare per terra, basta mettere una vecchia coperta sul pavimento, e poi hanno bisogno di noi, hanno bisogno di giocare con noi, noi stessi abbiamo bisogno di giocare come saggiamente scritto nel libro ‘Il piccolo principe’. Giocare con i nostri figli, fare i compiti con loro, significa instaurare un rapporto di amicizia e di fiducia. Da qui, il passo successivo è quello di cogliere ogni occasione per parlare con loro. Quando cresceranno, quindi, vedranno in noi una persona alla quale confidare i loro problemi. Almeno si spera!”
     “D’altro canto, oggi non si può più lasciare che i nostri figli vadano a giocare all’aperto insieme agli altri davanti a casa, oppure che vadano in paese, in piazza. Al massimo li possiamo portare noi alla partita di calcio, a danza, all’oratorio. Non ci si può più fidare, c’è troppa brutta gente in giro.”
     “E l’ansia da prestazione?” Va avanti Gianfranco. “Ho letto il vostro articolo di Caruso (‘Angoscia da prestazione: scusate se esisto!’, novembre 2010) e c’è da dire che i genitori oggi obbligano i figli a fare diversi sport e diverse altre attività ricreative, come, non so, musica, danza, che, sommati alle normali ed obbligatorie attività scolastiche e religiose, diventa massacrante per loro. Queste attività fanno bene, certo, ma se si esagera, come in tutte le cose, diventano un male. In più, certi genitori vogliono a tutti i costi che i figli diventino ‘qualcuno’. Ad esempio, se il figlio è appassionato di atletica leggera, il padre pretende a tutti i costi che diventi il migliore per diventare un campione – e fare soldi – oppure deve diventare un campione delle due ruote… ecc.”
     “Insomma, ci si è dimenticati di come si crescevano i figli una volta. I valori di una volta sono andati quasi perduti. I genitori oggi non hanno tempo per crescere i figli o non hanno voglia. Ma allora perché li hanno fatti? Ci si domanda. Perché fare figli è diventato una moda, non rappresenta più un atto d’amore o una scelta che è stata ponderata. Ad una certa età, se non hai ancora fatto un figlio, guai, inizi ad essere troppo vecchia e poi sei ‘indietro’, svegliati, ce li hanno tutti e tu no? E poi ci sono i suoceri, i genitori dei genitori, non puoi deluderli, devi dargli un erede. E poi, tantissime, ci sono le coppie in crisi, convinte che un figlio metta a posto il loro rapporto. Invece lo peggiora, anzi, se si finisce per separarsi c’è un essere umano in più che ne soffrirà. Altri invece, soprattutto le donne, credono che si possa riempire il vuoto che c’è nella coppia facendo un figlio. Qualcosa da fare, qualcuno da amare nella speranza di essere amati… scoprendo alla fine che quella soddisfazione non arriverà mai, non si può obbligare un figlio ad amarci, non è scontato che lo faccia e la base di partenza è delle peggiori: una madre che fa questo tipo di ragionamento non è che sia poi così intelligente.”
     “Io amo i miei figli. Voglio giocare con loro sul letto o sul divano dell’Ikea, che mi è costato poco, è gigantesco, ci dormo anche sopra, ed è più resistente dei modelli pregiati e firmati e quando i tessuti saranno rovinati e i miei figli saranno un po’ più grandi, con 250 euro cambio i tessuti, chi se ne frega, cambio pure colore! E se con i figli la casa è sempre in disordine… ma sì, chi se ne frega, la casa così è bella, calda, è vissuta, perché è quel disordine logico e programmato, non è confusione, è un ordinare qui e là che sa di luogo vissuto. Di vita, è bellissimo!”
     Grazie Gianfri. Insomma, anche io spero di diventare presto papà.

 

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