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MA CHI DIAVOLO COMPRA TUTTE QUESTE AUTO?
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Il 2010 è contraddistinto da un forte calo di vendite di auto, per altro previsto, in quanto il mercato italiano era dopato dagli incentivi statali. Finiti i soldi c’è stata una contrazione del 30%. Bisogna ammettere che il settore automobilistico è uno dei cardini dell’economia mondiale, perché occupa ancora molti addetti, sfama un numero enorme di famiglie, insomma, è importante e determinante per misurare la salute di uno Stato.
     L’anno scorso, io sostenevo che le vendite erano già da tempo irreali, c’era una sovrapproduzione di auto che in qualche modo venivano vendute solleticando coloro che alla fine compravano pur non avendone poi una reale necessità. Diciamo, in parole povere, che si cambiava auto senza avere una concreta necessità di farlo, tanto il lavoro c’era, si stava bene ed una rata in più da pagare non era poi così problematica. Sostenevo che c’era anche una eccessiva manodopera, ovvero più addetti di quanti ne servivano realmente. Con la crisi la produzione è calata drasticamente e c’è stata l’occasione giusta per… licenziare gli esuberi. Così è stato fatto, salvo eventuali ammortizzatori sociali. Al termine di questi ultimi… si è licenziato, non è che c’erano poi altre soluzioni.
     Di recente il Governo Berlusconi, per mano del Ministro Tremonti, ha varato una manovra finanziaria che dovrebbe sistemare i conti pubblici. Ah, ah, tamponare, altro che sistemare… La frase più ricorrente che ho sentito in TV, pronunciata da entrambi i soggetti appena citati, è stata: “la crisi economica è finita”. Ditelo a chi ha perso il lavoro!!! “Le aziende hanno ripreso a produrre e ricevono ordini, le percentuali sono con il segno +”… sì, ma, perché allora non riassumono? Possibile che i nostri politici sono così ciechi, oppure pensano di poterci prendere in giro, oppure credono che siamo così stupidi da crederci… possibile che la salute di un Paese la si misuri solo tenendo conto della produzione delle aziende?
     Per le imprese la crisi è finita, ma per i disoccupati la situazione non è nemmeno drammaticamente stabile perché ora che “la crisi è finita” gli ammortizzatori sociali non sono più “necessari”. Oggi è peggio dell’anno scorso.
     “L’Europa ha approvato la nostra manovra economica, gli italiani l’hanno approvata e non abbiamo aumentato le tasse…” È tutto fumo negl’occhi! Uno. All’Europa interessano solo le cifre: la portata della manovra, 24 miliardi di euro, mette a posto i conti per quest’anno. Attenzione, non risolve il problema del debito pubblico, non porta la nostra economia ad avere un attivo a fine anno, insomma, la nostra Azienda / Stato chiuderà ancora in perdita nel 2010. Due. Gli italiani non mi sembra proprio che l’abbiano accettata. I primi a scioperare o a minacciare di farlo sono stati proprio quelli appartenenti alle categorie di lavoratori che stanno bene, vedi magistrati, giudici e affini. Direi che se hai un reddito di 90.000 euro l’anno stai bene, sì, stai bene, non ti devi certo preoccupare di arrivare a fine mese. Molti altri hanno scioperato, altri si sono lamentati, altri hanno fatto nulla, ma questi ultimi probabilmente non si sono resi conto di quanto sta accadendo, oppure si sono rassegnati. Tre. No, le tasse non sono state aumentate, ma sono stati apportati spaventosi tagli alle Regioni ed ai Comuni. Oltre il 50% della manovra finanziaria è sostenuta da questi tagli. Questi tagli sono servizi in meno che gli enti ci erogheranno, praticamente non ci hanno rubato nel portafogli ma direttamente in casa. È la stessa cosa, anzi, io, personalmente, preferivo che ci aumentassero le tasse pur di mantenere i finanziamenti alla sanità, alla polizia, ai servizi ai disabili. Inoltre che ne dite della pensione? Non ci pensate perché ancora è lontana? Di questo passo lavoreremo fino ad ottant’anni per godere di qualche annetto di pensione prima di finire sotto terra.
     Nel frattempo, con calma, i nostri onorevole discuteranno se e come diminuirsi lo stipendio, aumentato non molto tempo fa, in sordina naturalmente, come accade ogni anno per ben due volte. Terra, terra, sono dei veri ipocriti!
     Torniamo al settore auto, che resta un ottimo riferimento per l’economia. Non capisco che cosa stia accadendo, credo che ci sia qualcosa che non va. Victor Muller, amministratore delegato della Spyker, ha da poco rilevato la Saab, ormai sull’orlo del fallimento. Ha grandi progetti e parla di espandersi. La Saab navigava in pessime acque già da molto prima dell’evento Leman Brothers. L’A.D. del Gruppo Fiat Chrysler Sergio Marchionne ha parlato di un grande futuro con il marchio americano, con il quale intende incrementare per il… bla, bla, le vendite del bla, bla. Ma chi diavolo le compra queste auto? Ma dalla crisi proprio abbiamo capito nulla? Se prima della crisi eravamo in sovrapproduzione ora si pensa addirittura a produrre più auto di prima della crisi! D’accordo, ci sono i mercati emergenti, come la Cina e l’India, che hanno un disperato bisogno di auto, ok, ma tutti i costruttori parlano di incrementare, tutti sono presenti in questi mercati, senza contare che non si vendono auto di lusso o alla moda in questi Paesi, si vendono soprattutto utilitarie del tipo “Tata Nano”, le “low cost” insomma.
     Intanto la Ford chiude un marchio storico: Mercury. Dopo 71 anni di attività, il glorioso marchio creato dalla Ford ad opera del figlio di Henry Ford verrà messo in pensione entro fine anno. Nonostante la scelta sia stata dolorosa non aveva più senso tenere in piedi una produzione di auto che nel 2010 ha registrato un calo delle vendite del 71%. Il XX secolo è stato straordinario per il settore automobilistico, mentre il XXI secolo credo sarà ricordato come il più disastroso, se non altro per i numerosi morti che si sta lasciando alle spalle.
     E pensare che tutto quello che abbiamo, tutto quello che facciamo, tutta la ricchezza che ci affanniamo ad accumulare diventano il nulla di fronte all’eruzione di un vulcano, il Eyjafjallajökull, che ha paralizzato quasi tutta l’Europa. Basta non poter volare e si ferma tutto, il cibo, la gente, il lavoro, le merci ed i ricambi automobilistici… bloccando la produzione.
     E pensare che se potessimo prendere (tassare) lo 0,05% delle transazioni finanziarie avremmo quattrocento volte una cifra necessaria per fare uscire dalla povertà un miliardo di persone (fonte ActionAid).

 

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