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CHE COSA C'È DI PIÙ IMPORTANTE DEL VESSILLO VERDE PADANO?
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     È veramente pietoso vedere come certi argomenti puerili vengono riproposti sulla stampa quotidiana per lungo tempo. Sostanzialmente loro scrivono di quanto dicono gli amministratori locali, sì, ma evidentemente danno un po’ troppo spazio a certi argomenti ridicoli come il vessillo issato al rifugio Ca’ San Marco, che ha suscitato polemiche in quanto utilizzerebbe il verde “Padano”, e le espressioni del Presidente della Provincia Ettore Pirovano (Leghista, appunto) in merito alle prime strofe dell’Inno d’Italia: “Dovremmo rifiutarci di cantare le prime due strofe. Mi viene il prurito a cantare” ha dichiarato.
     Vi rendete conto? Con tutti i problemi che ci sono in Italia la stampa ci propina per settimane questi futili argomenti. Non sono problemi che riguardano la Provincia! Forse qualcuno potrebbe replicare in questo modo, sbagliando clamorosamente. Tanto per cominciare, la manovra finanziaria da 25 miliardi di euro, la quale secondo il Governo non tocca le tasse al rialzo né i lavoratori dipendenti, tocca comuni e province. A prescindere dalla possibile abolizione di alcune Province d’Italia (nel momento in cui scrivo ancora non è stato stabilito quali di queste potrebbero essere eliminate) e dal possibile Federalismo fiscale (chissà quando) che dovrebbe mettere un po’ a posto i conti, di fatto sono stati tagliati dei soldi sia ai comuni sia alle province. Il risultato è facilmente intuibile: non è che i comuni si fanno stampare il denaro dal tipografo quando serve, quindi, ad esempio il sindaco Tentorio di Bergamo, ha già annunciato che o taglierà dei servizi o aumenterà le tasse ai residenti. “Bella bufala dunque quella del Governo”… una manovra di facciata, che equivale ad aumentare le tasse in ogni caso o a rinunciare a dei servizi che ci spettano.
     Il problema è che il Governo stesso ha tagliato dei fondi, ad esempio, destinati all’assistenza sociale, come l’accompagnamento… maledizione, io preferisco pagare più tasse ma garantire un minimo di assistenza a chi è meno fortunato di me. Non credo di essere l’unico a pensarla così.
     Sinceramente, non è che poi abbiamo tanti servizi! Ci sono “cose” più importanti delle strade, certo, ma intanto le nostre strade sono così malridotte che probabilmente nemmeno in Marocco ci sono tante buche.
     Altri tagli sono per le associazioni, quelle che fanno del bene, quelle che aiutano gli altri, certificate e validate, mentre dagli ipotizzati tagli la “cultura” è stata risparmiata, d’altronde chi non fa colazione la mattina con un po’ di cultura? Quella della televisione poi, ovvero l’alta cultura! Mentre è andata bene ai manager della Pubblica Amministrazione, che con i tagli promessi rischiavano veramente di non poter fare colazione la mattina… ora possono stare tranquilli dopo la limatura delle percentuali fino al 5% per i redditi fra i 90mila e i 150mila euro, del 10% per i redditi oltre i 150mila.
     Dei tagli agli stipendi dei parlamentari non ne ho più sentito parlare, spero di essere io l’imbranato che ha perso la notizia. Della riduzione del numero dei parlamentari? Della riduzione della spesa pubblica? Sì, quest’ultima voce ha un fondamento di verità, ma nei soliti settori, sanità, carceri, e via… guai a toccare i servizi della Casta. E questo sarebbe l’esempio che i nostri Onorevoli dovrebbero dare al Paese?
     Altri tagli sono stati programmati per la green economy. Se c’è un settore in crescita e che consente già da ora di aumentare l’occupazione soprattutto per i giovani è proprio quello dell’industria dell’energia rinnovabile. Solo un … deciderebbe di castigare un compartimento industriale in crescita in tutto il mondo dopo aver dichiarato ai microfoni che per uscire dalla crisi si devono aumentare i posti di lavoro.
     Chiudo questo editoriale con una “Good News”, per dirla alla “Report”. Matematicamente davo per spacciata l’Italia in merito ai conti pubblici, ovvero ho creduto che non ci fosse una speranza per mettere a posto le cose, anche perché forse solo in questi ultimi anni effettivamente si è fatto qualcosa in merito, poco in ogni caso per la verità. Fino ad ora, destra, sinistra, tutti non sono stati capaci di diminuire il debito pubblico e questa manovrina da 25 miliardi di euro è solo l’ennesima toppa. Fa ridere se confrontata ai sacrifici della Germania, 80 miliardi… e pensare che si sono lamentati tutti, nessuno è disposto ad un minimo di sacrificio. Comunque, il Censis ha fotografato il futuro dell’Italia ipotizzando che, fatto salvo alcuni parametri stimabili come ad esempio l’aumento del PIL dell’1% costante per dieci anni, nel 2020 il debito pubblico potrebbe essere portato sotto la soglia del 100% del PIL (Prodotto Interno Lordo), tuttavia sono necessari almeno 12 miliardi l’anno di entrate in più per lo Stato. Il dato consolante è che, se le parole del Ministro dell’Economia Tremonti non sono “campate in aria”, 6 miliardi l’anno dovrebbero arrivare direttamente dalla lotta all’evasione fiscale… ma gli altri li dobbiamo tirare fuori noi. “Uomo avvisato…”

 

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