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CARO GRANDE UOMO D’AFFARI
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Crisi o non crisi? Non si capisce se c’è ancora o non c’è. Alcuni sostengono che siamo al giro di boa, altri non ancora. Di fatto, indipendentemente dalle opinioni di ognuno, le assunzioni non accadono, la cassa integrazione viene ancora richiesta ed i licenziamenti proseguono. Purtroppo la mia teoria espressa qualche mese fa in un mio editoriale riceve conferma in questo mese: già prima della crisi c’era un surplus di manodopera e con la crisi economica globale si ha la scusa per mettere a posto un po’ di “cose”.
     L’argomento di questo articolo, tuttavia, è coerente al tema appena toccato, ma più triste, a mio modesto parere: l’occupazione femminile. Prima della crisi la situazione non era delle migliori, ora, forse, è anche peggio. Un dato su tutti, recentemente pubblicato un po’ su tutti i quotidiani, è l’occupazione femminile nei settori politici e nella pubblica amministrazione; nel primo citato siamo molto in arretrato rispetto ad altri paesi europei. Per il secondo, le donne non superano indicativamente e globalmente il 15% degli occupati. Perché?
     Come informatico e come giornalista ho sempre lavorato in mezzo alle donne e vi assicuro che non cambierei ognuna di loro con un uomo per nessun motivo. Io mi trovo bene a lavorare con le donne e le ritengo più precise, affidabili e fattive degli uomini. Chiaro, ci sono state delle eccezioni, casi isolati, così come esistono uomini che lavorano bene, ma con la donna non ci sono rivalità personali, non ci sono complessi di inferiorità che spingono, invece, i maschi a voler primeggiare ad ogni costo, ingannando e rovinando il lavoro (soprattutto quello in team) per raggiungere lo scopo, per dimostrare di essere migliori di te. Naturalmente bisogna anche essere un buon leader, come ha scritto il nostro Enrico Caruso nel mese di agosto 2008 nell’articolo “La comunicazione di una buona leadership”. Le donne, non solo nel lavoro ma anche e soprattutto in amore, vanno trattate con dolcezza. Proprio perché sono obbligate dal nostro idiota ed infantile maschilismo a combattere per qualunque cosa, ci appaiono da subito aggressive, combattive, una minaccia… provate a trattarle come meritano, complimentatevi con loro quando lavorano bene e ne avrete tante di occasioni del genere, vedrete come sarà piacevole avere tanti “braccio destro” affidabili che vi sbalordiranno.
     Il problema non sono loro, ma siamo noi, uomini. Noi sappiamo benissimo che loro sono in gamba e questo ci mette paura; ci nascondiamo dietro al concetto di inferiorità femminile… sicuramente come muratore la donna non è il massimo, ma come impiegata, giornalista, poetessa, scrittrice, politica e in molti altri settori dove conta il cervello (appunto, il cervello, non quello che c’è in mezzo alle gambe) la donna è ineguagliabile.
     Poi c’è un’altra questione, che una lettrice di Infobergamo.it ha sollevato in una e-mail a me indirizzata. Mi scrive Maria di Ranica dicendomi che il suo “capo”, spudoratamente, le ha confessato che l’obiettivo dell’azienda, ora che c’è lui al vertice, sarà quello di sostituire tutte le donne che andranno in maternità con degli uomini. Al loro rientro verranno assegnate ad un altro incarico. L’obiettivo è di ridurre la percentuale di donne in azienda! Le assunzioni saranno solo maschili d’ora in poi, perché le donne lavorano meno, sono inefficienti, vanno in maternità, poi vogliono il part-time, ogni giorno hanno delle “rogne” con i figli… Maria sta per andare in maternità, la questione la riguarda molto da vicino, purtroppo.
     Dopo aver letto i contorni della vicenda descrittimi da Maria nella sua e-mail rispondo a lei e a tutte le donne che mi stanno leggendo: quest’uomo non ha proprio capito nulla non solo nel lavoro, ma anche nella vita. Voi tutti, come giudichereste un uomo che il giorno della nascita del suo primo figlio si reca in ospedale un paio d’ore e poi… “torna al lavoro?” Anche se ogni commento sarebbe superfluo io voglio esprimere la mia opinione in merito: “questi uomini mi fanno veramente pena, hanno capito nulla della vita e dei veri valori che essa ci regala”. La felicità? Per loro è una chimera! Sarà un caso che hanno tanti ma tanti soldi questi uomini?
     “Caro GRANDE UOMO D’AFFARI, io questo mese mi sposo una di queste straordinarie donne”. Mi dispiace molto per te. Maria, se al ritorno dalla maternità la condizione lavorativa ti sembrerà non legale rivolgiti ai sindacati, ti sapranno consigliare nel migliore dei modi. Il tuo capo, purtroppo, è un caso disperato.

 

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