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GLI AVIDI E GLI SPRECONI
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Bisognerebbe riuscire ad iniziare il 2009 con uno spirito migliore e sarebbe bello pensare che, piano piano, a furia di ricordarlo, qualcuno, ogni anno, cambi. Cambi in che senso? Nel senso che smetta di essere succube dell’avidità. Sapete che l’avidità, nella maggioranza dei casi, è presente in persone molto abbienti e che queste persone, potendole dividere virtualmente in due gruppi, uno con coloro che nemmeno vanno in vacanza per non spendere denaro e l’altro con quelli che ne spendono tanto e se lo godono, hanno in comune un grande spreco delle risorse non proprie?
     Ho notato che, nelle aziende che frequento per lavoro, gli impiegati o gli operai informatici, per fare degli esempi di persone con stipendi di 3 o 4 cifre mensili, si preoccupano di non sprecare carta nella stampa, parlano di economizzare l’uso delle cartucce di stampa, si attrezzano per depositare le stampe non idonee negli appositi contenitori per il riciclo della carta. Gli stipendiati da 5 cifre annuali, invece, stampano usando un solo lato del foglio, gettano le stampe brutte nel cestino più vicino (poveri, due passi in più potrebbero stancarli) ed il bello è che la carta non la pagano loro, bensì l’azienda.
     Onestamente, in questa sede me ne frego di chi paga la carta, mi preoccupa unicamente lo spreco di risorse della Terra. Anche se la carta non siamo noi a pagarla, l’uso indiscriminato reca danno all’ambiente, a noi stessi, al futuro dei nostri figli. Possibile che sia così difficile da comprendere? Ancora una volta è l’avidità a farla da padrone. Più ne hai e maggiormente te ne freghi di ciò che ti sta intorno, di ciò che accade fuori da casa tua, figuriamoci dall’altra parte del mondo… e se ci parli… “My God” ostentano le loro ragioni (perché riescono persino a trovarne) con quell’aria da sufficienza come dire, “guadagno così tanto, sto così bene che questi problemi proprio non mi toccano”. Poi ci si domanda come sia possibile che accadano eventi economici catastrofici come quello che stiamo vivendo. Non c’è speranza, la nostra società è fondata sull’accumulo di denaro, null’altro.
     Io penso che questa gente abbia proprio capito nulla della vita e che si perdono veramente molto. È così bello poter dire “queste persone le ho aiutate io”; è bello e forse nemmeno peccato vantarsi dell’aiuto che si è portato agli altri, ma inequivocabilmente, coloro che lo fanno, preferiscono non farlo sapere, hanno già tutto ciò di cui hanno bisogno.
     In questo periodaccio, sarebbe bello che qualche imprenditore si vantasse di aver rinunciato a dei guadagni personali per far continuare a lavorare 10, 100 famiglie, anziché spedirle in Cassa Integrazione quando sono fortunate, licenziarle nel peggiore dei casi. Per fortuna qualcuno ce n’è, ma… “mosche bianche” come si suol dire. Eppure, sembra che le aziende guidate da menti di questo taglio siano le più sane, oggi, in quanto perseguire il massimo guadagno possibile porta sovente a diminuire la qualità dai prodotti… alla lunga non paga.
     Auguro a tutti un buon 2009 e chiudo ricordando quali sono le “cose” belle della vita, ma con le parole di Stephen Hawking, oggi il massimo esperto di astrofisica, titolare della cattedra lucasiana di matematica all’Università di Cambridge, la stessa di Isaac Newton, affetto da sclerosi multipla e paralizzato su una sedia a rotelle, sulla quale è stato installato un computer, l’unico mezzo che gli consente oggi di comunicare, molto lentamente, con gli altri: “ha trascorso la maggior parte della mia vita nell’attesa di una morte precoce, per cui ogni attimo è prezioso, per me. Ci sono ancora tante cose che vorrei fare. Odio perdere tempo. […] La vita mi ha insegnato a non commiserarmi, perché c’è chi sta peggio di me, […] Sono molto più felice adesso che prima che mi diagnosticassero la malattia.”

 

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