Stampa   Chiudi
IL SEGRETO PER LA STABILITÀ DELLA COPPIA È IL DIALOGO
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Mi è piaciuto molto l’intervento del dott. Enrico Caruso del mese scorso, in merito alla Coppia che scoppia. Ritengo che vi siano preziosi consigli affinché una coppia in difficoltà possa “aggiustare”, migliorare il proprio rapporto.
     Io vorrei, in questo mio intervento, andare a monte della questione, in quanto penso che non sia necessario litigare per conoscersi meglio. La stabilità di una coppia, fatta eccezione per quelle situazioni ibride e non ortodosse come i rapporti basati sul sesso o altro, dipende prevalentemente dal dialogo che si riesce ad instaurare fra i due protagonisti. Per dialogo si intende, ovviamente, riuscire a comunicare verbalmente ciò che c’è dentro di noi, i nostri sentimenti, le nostre paure e le nostre gioie, affinché il proprio partner conosca ciò che ci reca piacere o l’opposto. Inoltre, è importante anche il dialogo familiare; per esempio, come comprare casa, dove sposarsi, quando avere figli, dove mandarli a scuola… È dialogo anche riuscire a raccontarsi della propria giornata di lavoro, ma è evidente che non ha la valenza dei precedenti scenari da me illustrati.
     Il dialogo può sfociare in discussione, che letteralmente significa “parlare animatamente”, ma da qui al litigio vero e proprio c’è molta distanza. Il litigio è una situazione di squilibrio che potrebbe essere costruttiva, ma se lo fosse non si arriverebbe a questo comportamento estremo. La coppia cade nella trappola del litigio quando non ha trovato un punto di equilibrio su una questione, quando la scelta di uno è fonte di dispiacere dell’altro ed il proponente non molla, vuole a tutti i costi portare a compimento la propria idea, impone la propria scelta al partner. In tale situazione la coppia, a parer mio, non è già più una coppia. Sono convinto che un rapporto d’amore o d’amicizia si debba basare sul rispetto l’uno dell’altra, mentre le decisioni rilevanti devono essere democraticamente accettate. Anzi, più che democraticamente… commercialmente accettate, in quanto i rapporti commerciali si basano su un compromesso che deve soddisfare entrambe le parti. Se così non fosse, le parti non concluderebbero “l’Affare”. Se un’automobile ci piace ma la riteniamo troppo costosa, o il venditore abbassa il prezzo fino a soddisfare la nostra richiesta oppure rinunciamo all’acquisto.
     Mi diceva sempre un mio collega di lavoro: “se ci impegnassimo nella famiglia tanto quanto facciamo al lavoro non ci sarebbero divorzi…”; ha ragione. Vado appunto a monte della questione: una coppia che non comunica, che non si parla, non dovrebbe nemmeno nascere. Qui si tocca un tema molto delicato ed importante: la perdita dei valori dell’amore, quello vero. Purtroppo, solo parlando con i giovincelli già si apprende quali sono le priorità nello scegliere un compagno (il fidanzatino): la bellezza. Innanzitutto deve essere “figo”, che significa bello o/e alla moda. Poi, crescendo, il sesso diviene un altro fondamentale strumento di scelta. Chiaro, ci si deve divertire con il “figo”, non ci si deve annoiare, ma lo “stare bene” non è detto che sia sufficientemente profondo da bollare la coppia come perfetta. Con il denaro, ad esempio, è facile stare bene. Ecco che nel momento in cui lui o lei perdono tutto, la coppia si sfascia. Fino a che si fa sesso, fino a che si viaggia, si va di qua e di là per il mondo o semplicemente per la propria provincia, è facile divertendosi dire che si sta bene insieme, che lui o lei sono quelli giusti.
     Drogati dall’effetto innamoramento/divertimento, sovente si perde di vista la situazione dialogo: quanto e come si parla di “cose serie”; i litigi, che all’inizio possono sembrare normali, da un attento esame si può intravedere future “alzate di mani”. Infine, ma ci sarebbero altri mali da segnalare, quello che io ritengo il cancro della coppia è: l’accontentarsi. Sembra che la paura più grande per la specie umana sia quella di restare soli. Piuttosto che essere da soli meglio un comodo partner, meglio accontentarsi di quello che c’è, al massimo, non smettendo di cercare, se si incontra qualcuno migliore si può sempre cambiare. I dati in merito all’aumento dei divorzi ed all’aumento delle coppie adultere sono a favore di questa tesi. In modo particolare, dai due file PDF allegati si evince che le separazioni, negli ultimi 10 anni, sono aumentate poco meno del 60%, mentre i divorzi del 74%, quindi, dei separati, molti di più non cambiano idea ed arrivano fino in fondo, fino al divorzio.
     Accontentarsi significa non avere scelto il partner giusto e stare bene non significa avere trovato l’amore. A meno che il nostro obiettivo non sia limitatamente ad una ottima condizione sociale, “al diavolo l’amore, non esiste” alcuni sostengono, accontentarsi del proprio compagno preclude la possibilità di trovare la persona ideale. L’amore vero è dialogo, equilibrio e sacrificio; ma anche non poter fare a meno di lui/lei, coltivare un’amicizia, non avere segreti, essere sinceri, cercare dei compromessi. L’amore non è solo un tuffo al cuore, non è solo ciò che si prova o si pensa, l’amore è dato soprattutto da quello che si fa. L’amore è prendersi cura l’uno dell’altra. L’amore non deve essere raccontato, ma dimostrato. Nel momento in cui lui o lei prende una decisione autonoma infischiandosene dell’opinione del compagno, ecco… qui non c’è già più l’amore… a che serve litigare?
     Osserviamo il nostro partner per comprendere se veramente ci ama, oppure mandiamo un SMS al… con il nome di lui e quello di lei, ecco, loro si che possono dirci se lui o lei ci ama…

 

redazione@infobergamo.it
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E.
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004.
Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Se provieni direttamente da un motore di ricerca vai al Sommario