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È IL TURNO DELL'ABORTO... NON ESPRIMETE LA VOSTRA OPINIONE
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Veramente! Io non riesco a capire perché, quando si tratta un argomento importante e che richiede una visione particolarmente approfondita, si generalizza esprimendo un’opinione che debba andare bene a tutto il tema e a tutti. Ora è il turno dell’aborto, complice sicuramente le elezioni politiche dei prossimi giorni.
     In verità è un film già visto; fra i tanti temi da sfruttare per le campagne elettorali quello dell’aborto è sempre attuale ed efficace. Potete immaginare da soli le motivazioni. Ecco dunque che torna alla ribalta, ma il buon Giuliano Ferrara… non è un santo, non lo è mai stato. Tutto questo polverone alzato per tutelare le donne dalla minaccia dell’aborto serve unicamente per dare risalto ad un nuovo partito, il quale, altrimenti, resterebbe nell’anonimato come almeno un centinaio di altri simboli depositati per le imminenti elezioni politiche. L’impressione è che abbia provato di qua e di là, ma nessuno l’ha voluto. Ha fantasticato sulla possibile aspirazione alla poltrona di sindaco di Roma, ma nulla. Ora porta avanti una battaglia in cui sono convinto che non crede solo per avere le prime pagine dei quotidiani che non può controllare. Volete una prova? Se mi conoscete, se mi leggete, sapete che non parlo a vanvera, ma dimostro sempre quello che sostengo e, soprattutto, non dimentico. Ricordate gli italiani decapitati in territorio arabo? Ricordate le immagini inorridenti delle teste sanguinolente… spero di no, altrimenti significa che le avete viste. Uno dei due quotidiani che le ha pubblicate è stato “Il Foglio” di Giuliano Ferrara, appunto, in barba alle regole deontologiche dell’ODG, che ha provveduto a sporgere denuncia. È vero, sono immagini reali, ma non possono essere pubblicate, perché un quotidiano può essere visto anche da un bambino semplicemente andando a comprare le figurine in edicola o sul bancone del bar dove si reca a giocare ai videogames. Parlo di bambini, psicologicamente dei soggetti facilmente impressionabili, gli stessi che oggi Ferrara vorrebbe far credere di difendere addirittura allo stato embrionale, con la motivazione, scontata, che la vita è preziosa. Anche il suo portafoglio, appunto, è prezioso, più della vita, dato che sapeva che non poteva pubblicare quelle foto, ma le migliaia di copie vendute in più gli avrebbero permesso di guadagnare sufficientemente per permettersi anche una pena pecuniaria in caso di denuncia.
     Tornando al tema dell’aborto, è commiserevole notare come tutti esprimono il loro giudizio sicuri che le loro idee siano quelle giuste. Secondo me nessuno di loro ha ragione, semplicemente perché fanno “di tutta l’erba un fascio”. Il problema va affrontato sezionandolo in pezzi più piccoli, distinguendo l’aborto praticato semplicemente per una s… andata male, quello desiderato in quanto il nascituro può essere figlio in uno stupro o quello richiesto in virtù di menomazioni del feto. I casi appena elencati sono eticamente e clinicamente completamente diversi, come possono essere ordinati sotto la medesima effige?
     Nel calderone degli ipocriti ci sono anche fior fiore di medici! Non solo politici. Secondo me è degradante, per la donna stessa, impedire l’aborto, non il contrario, in quanto è come sostenere che “la donna”, cioè colei che è in grado di procreare, “nonostante sia in grado di compiere un grande gesto come creare la vita, non può decidere autonomamente, correttamente ed eticamente per se stessa.” Ovviamente mi riferisco alle maggiorenni.
     Per nessuna donna l’aborto è una scelta semplice, ma in molti casi è necessario, come quando si è vittime di uno stupro. Non è facile vivere crescendo un figlio che ha gli occhi di colui che ti ha violentata. Non è semplice nemmeno crescere un figlio handicappato, anche da un punto di vista finanziario. Non è giusto nemmeno nascondersi dietro al concetto che “comunque  ci sono le strutture che si prendono cura del nascituro”, perché intanto la madre ha partorito, ha procreato, ha visto con i suoi occhi e con il cuore suo figlio, senza contare il peso che ogni soggetto ha per la società. Inoltre, credo che in molti casi, piuttosto che una vita da vegetale o una vita non vita, sia meglio essere stato mai vita.
     Esattamente come per quanto riguarda il problema dell’invasione extracomunitaria, queste mie affermazioni non sono crudeli, ma sono supportate da quanto la natura dovrebbe insegnare. Da sempre le specie animali sono regolate dalla selezione naturale, che comporta la morte del soggetto più debole, il quale, naturalmente, non potrà procreare duplicando la propria debolezza. Noi non siamo diversi, ad eccezione del fatto che i soggetti più deboli, a causa della nostra società assistenzialista, sopravvivono. Io sono d’accordo su questo, in quanto rappresenta uno degli aspetti che ci distinguono dagli animali, ma c’è un limite e, comunque, si deve dare alla donna la possibilità di scegliere per se stessa. Altrimenti si mina la libertà individuale. Se non le si dà la possibilità di decidere se tenere o meno un figlio, che cosa ci impedisce a questo punto di risolvere il problema all’origine? Facciamo come nel film “2013, la fortezza”, con Cristophe Lambert, dove le nascite erano controllare numericamente ed era illegale procreare senza permesso. Idem per i rapporti sessuali: se non si possono fare figli, evitiamo i figli accidentali e non voluti impedendo direttamene il sesso. Faremmo contenta anche la Chiesa, che concede di fare all’amore solo con lo scopo di procreare.
     È necessario distinguere l’aborto, a seconda delle motivazioni che portano ad esso. È deplorevole abortire per aver fatto sesso con la persona sbagliata  o perchè si è trattato di un rapporto occasionale del dopo discoteca, è una questione di intelligenza e maturità. La frase di circostanza sarebbe: “dovevi pensarci prima”, ma crescere un figlio che non ami… che non volevi… può essere peggio?
     Infine, se ci dovessero essere delle complicazioni operatorie durante il parto, perché una donna non può scegliere di abortire per salvarsi la vita? Non siamo più proprietari nemmeno della nostra esistenza?

 

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