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CON L'INDULTO IL PROBLEMA DELLE CARCERI È RISOLTO
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Tutto il male che c’è. Non ce la faccio a parlare di Bergamo o di argomenti leggeri questo mese, devo intervenire su questioni al di sopra della nostra amata Bergamo.
     È un periodaccio per la nostra Repubblica: il presidente Napolitano è significativamente di sinistra, ma dovrebbe essere oggettivo. Invece entra nel merito di questioni solo quando queste danneggiano l’opposizione, come nel caso Storace contro la Montalcini o per le elezioni del 2006 presumibilmente truccate. Il Governo invece lavora con una risicata maggioranza, con conseguente danno al Paese a causa di ovvie divergenze di opinione. Quest’ultimo vale indipendentemente dal colore del polo di maggioranza. Per inciso, ora non vi è nemmeno più questa maggioranza: il senatore Domenico Fisichella, Ulivo, ex destrista, iscritto alla commissione Affari costituzionali, ora è anche ex sinistrista; torna in Alleanza Nazionale o eventualmente si parcheggerà nella Casa delle Libertà. Cosa accadrà alla ex maggioranza Prodiana? Continuerà ad usare i senatori a vita per stare in piedi?
     In verità c’è di peggio; il buon Mastella, Ministro di Grazia e Giustizia, sta preparando un nuovo indulto. Avete letto bene! “I detenuti”, dice il guardasigilli, “aumentano di 1.000 elementi al mese.” Infatti è un problema, perché fra 16 mesi torneranno ad essere come prima del famoso indulto della sinistra: 63.000. Non è che ci si domanda che cosa sta accadendo se vi sono 1.000 arrestati al mese, ma ci si preoccupa di dove metterli o, meglio, di come farli uscire senza troppo clamore. Ecco allora la grande idea: “utilizzare gli agenti penitenziari anche per sorvegliare i detenuti che ottengono i benefici della legge Zozzini”, spiega il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Ettore Ferrara. Certo, perché il crimine è lecito e, considerato le condizioni di degrado delle carceri, a detta degli psicologi, è bene farli uscire, ma che siano sorvegliati, mi raccomando! Lo stesso aggiunge: “La strada è questa: il tasso di recidiva tra chi ottiene misure alternative è sotto il 20%, per gli altri è il 60-70%. Oltretutto, ogni detenuto nei penitenziari costa allo Stato una grossa cifra e se stanno fuori di più, ci potranno essere maggiori risorse per assumere nuovi agenti”. Certo, ma questi che se ne stanno fuori dove vanno a prendere i soldi per mangiare e non gravare allo Stato? È più importante che non gravino sulla collettività o che non commettano atti di delinquenza ai danni del cittadino?
     Avete letto su “Il Giornale” o avete visto a “Striscia la notizia” le oltre cinquanta prigioni pronte e mai aperte? Risponde Mastella: “Trentaquattro di esse  fanno parte delle 350 case mandamentali per 20-30 detenuti, nate nel ’75 per gli imputati a disposizione del pretore. Abolite le preture sono state per lo più dismesse, anche perché antieconomiche, e restituite ai Comuni proprietari per destinarle ad altri usi. Il Dap su di esse non ha più competenza. Altri quindici istituti sarebbero aperti o devono essere riconsegnati dopo una ristrutturazione, come quello di Gela. Per chiudere Pianosa c’è stata una legge del Parlamento. Solo sei sarebbero in situazioni di stallo”. Ferrara incalza: “…in alcuni casi le strutture vengono chiuse perché il personale è insufficiente…” Oh, perbacco, come si può pensare allora di monitorare trentamila detenuti in semilibertà con gli agenti ora a disposizione?
     Insomma, è evidente che è un gioco di parole governare. L’abilità consiste nel trovare le parole giuste per non risolvere un problema, per fare finta di risolverlo o per risolverlo a modo loro, secondo il loro interesse. Ma qui, cari lettori, si gioca con la pelle altrui. Oltre il 40% dei detenuti sono extracomunitari. La sinistra ha sempre voluto proteggerli, “poverini, vengono da un paese dove non c’è da mangiare, vanno ospitati”, mentre in Italia c’è tanta gente ricca e che sta bene, c’è l’imbarazzo della scelta sull’imprenditore da rapinare e picchiare, sempre che non gli venga tolta la vita, tanto dalle loro parti l’omicidio non è poi così inusuale e grave. Da noi “c’è la certezza della pena” dice Mastella dalla sua villa ultrablindata, peccato che l’indulto a me non sembra coerente con le sue parole. Non a caso la delinquenza è aumentata e la nostra libertà si è ormai assottigliata tanto da non poterne distinguere i confini. Vent’anni fa la porta d’ingresso dei miei genitori era sempre aperta, anche quella della zia, potevo piombare loro in casa senza bussare dopo la scuola, era tutto normale, era per tutti così. Oggi, casa mia non è solo chiusa, ho dovuto mettere anche le inferriate per poter dormire tranquillo d’estate con le finestre aperte. Tuttavia non è sufficiente, perché ti entrano in casa anche di giorno ormai, quando te ne stai tranquillo nel tuo giardino ad innaffiare i fiori. Non si può passeggiare la sera nelle città, non si possono prendere i mezzi pubblici; questa gente puzza, è ospite da noi ma ci disprezza con commenti ad alta voce, ci violentano le donne e le figlie, ce le uccidono, perché da loro è normale. Mi chiedo fino a quando questa situazione sarà immutata o forse… sarà sempre peggio. Cambierà mai!

 

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