Stampa   Chiudi
ACCIDENTI, BATTERIA SCARICA AL SALONE DI GINEVRA
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Devo chiedere perdono ai lettori di Infobergamo.it, soprattutto a coloro che sono appassionati di motori, ma capirete che ho già espiato le mie colpe... Come ogni anno siamo stati sì a Ginevra, al Salone Internazionale dell’Auto, come si può intuire dall’articolo in “Primo Piano”, ma, nonostante le numerosissime immagini scattate, l’ultima serie di batterie mi ha abbandonato proprio alla fine, impedendomi di immortalare le meraviglie degli stand Ferrari, Lamborghini, Audi (la mia marca preferita) e diverse altre novità affascinanti, pochissime, ma pur sempre rimaste solo nella mia memoria. Come ho scritto all’inizio, ho già pagato per l’errore semplicemente in quanto “vedere e non poter fotografare” è qualcosa da “non fare”, è un’atrocità che posso augurare a nessuno che ami la fotografia.
     All’inizio, quando acquistai la mia prima macchina fotografica digitale, mi imbattei immediatamente nel problema delle batterie che duravano poco. Quell’anno comprai al volo delle stilo in uno dei negozi all’interno del Palexpo di Ginevra, pagate a peso d’oro, che durarono ancora meno delle mie ricaricabili, già finite. Dovetti centellinare le immagini da scattare. L’anno successivo avevo ben tre serie di ricaricabili, per almeno 8 ore di autonomia in totale, ma mi ritrovai con un altro problema: la mia SD mi permetteva al massimo 324 foto. Abituato alla pellicola, le foto da scattare andavano programmate prima e non si poteva sbagliare, pena un’ immagine da buttare, e i costi per lo sviluppo del rullino non erano indifferenti. Con la digitale mi si è aperto un mondo completamente nuovo: poter scattare a raffica, senza sosta ne programmazione, sbagliando… pura libidine. Tuttavia, non avevo considerato che un salone automobilistico mette a dura prova ogni tipo di standard, sposta notevolmente oltre ogni limite che si pensi possa non rappresentare un problema: sono almeno 300 le auto in mostra che per due, tre scatti l’una fanno… Morale: ho dovuto scegliere ed eliminare le immagini meno belle per poter finire il Salone.
     Questa volta, avevo con me una SD che ad alta definizione mi permette di scattare oltre 900 immagini, più di 1800 a media definizione, ma, con solo due serie di batterie, un set era ormai esausto, non ho finito il reportage sul salone per solo un’ora di autonomia. Lasciate allora che, in conclusione di questo “mea culpa”, vi racconti come si svolge il week-end del “Salon Internationale de Genève”.
     Se non ci sono particolari impegni personali si parte il sabato mattina del penultimo giorno del Salone. Prediligo sempre l’ultimo fine settimana del Salone per vari motivi che spiegherò in conclusione. Non amo l’autostrada e mi piace guidare, mi piacciono i panorami, quindi non faccio la classica tratta Milano-Monte Bianco-Ginevra ma costeggio il Lago Maggiore, oltrepasso la città di Domodossola, valico il Semplon Pass ed attraverso dei bellissimi paesi svizzeri come Brigg, Sion, Martigny, Lausanne. Si giunge in albergo verso le 19.00: sono circa 400 chilometri, quindi la durata del viaggio dipende dalle soste e dalle varianti alla rotta stabilita. In moltissimi anni che partecipo al Salone ho testato diversi alberghi nei pressi di Ginevra, ma sempre rigorosamente in territorio francese; oggi anche per la comodità della moneta unica, ma da sempre a causa del costo elevato della Svizzera. In Francia vi sono delle catene alberghiere molto economiche ma di tutto rispetto in fatto di pulizia e servizio. Cena in albergo o presso una pizzeria che prepara una buona pizza nonostante siamo Oltralpe e nanna.
     Sveglia alle 7:30 della domenica per recarsi alla sala colazione diciamo alle 8:00 / 8:15. C’è sempre molto da mangiare, quindi si va ben oltre i canonici dieci minuti per la colazione fatta a casa. In ogni caso, il salone apre alle 9:00, ma da buon esperto, con una scorciatoia in cinque minuti sono già al parcheggio del Palexpo fra i più vicini all’ingresso. Ah, sono ben 14 euro per tutto il giorno.
     Perché alle 9:00? Perché mezz’ora dopo inizia una coda infinita di auto provenienti da ogni direzione e per quanto vicini alla destinazione il tempo vola in colonna. Perché il salone chiude alle 18:30 ed il tempo per vederlo tutto per me è appena sufficiente.
     Perché proprio l’ultima domenica del salone, la quale corrisponde all’ultimo giorno? Perché solitamente è il giorno meno affollato di tutti, perché è una data a metà mese circa, ovvero la più lontana fra le due pubblicazioni del giornale, e perché gli standisti abilitano i clacson delle auto per festeggiare la fine del salone. Dopo nove ore in piedi, camminando fra le auto, stanchi, anzi, distrutti, tuttavia molto felici, sentirsi avvolti da centinaia di auto che suonano, festeggiano, è una sensazione che mi fa accapponare la pelle.
     Si esce dal salone, si sale in auto e si guida senza sosta fino a casa, alla quale si giunge non prima dell’una di notte, pensando, nel frattempo, alle foto da scegliere per la pubblicazione e al prossimo anno, perché di sicuro vi torneremo.

 

redazione@infobergamo.it
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E.
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004.
Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Se provieni direttamente da un motore di ricerca vai al Sommario