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LA BATTAGLIA DI SCHUMI
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     A cavallo degli anni 90' il mondo sportivo si divideva sostanzialmente in due gruppi: i “filo-Prost” ed i “filo-Senna”. Io era fra gli “anti-Senna” e quando giunse quel giovane di Kerpen già così veloce fin dalle prime gare io ero con lui: Michael Schumacher.
     Con il nuovo diciamo atteso annuncio del ritiro dalle corse si chiude un'Era, contraddistinta da un uomo che ha battuto tutti i record dei “Grandi” precedenti piloti, che ha ridato luce ad una squadra, la Ferrari, la quale, un po' per sfortuna e molto per mancanza di organizzazione, non era più in grado di vincere. Un uomo, Schumi, che ha cambiato la Formula Uno, perché se oggi le monoposto sono molto più sicure lo si deve sostanzialmente a lui ed alla battaglia che ha portato fino in fondo.
     Sì, certo, ho pianto quando è giunta la conferma, ma già sapevo che l'avrebbe fatto, perché è come se lo conoscessi, per quanto non l'abbia mai visto di persona. Siamo molto simili di carattere, di principi, di valori. Tutti temi trascurati dalla stampa e che solo un interesse approfondito permette di conoscere. La gente, la massa, quella che forse nemmeno legge i giornali sportivi o ne legge uno solo, è sempre stata in prima fila a sentenziare l'operato di Schumi. Quando vinceva era merito della squadra, quando perdeva era colpa sua. Quando perdeva il compagno di squadra era sempre colpa sua, perché a lui davano il mezzo migliore. Sarebbe come dire che una azienda ha interesse a dare al 50% degli impiegati dei PC veloci ed al restante no… è come danneggiarsi da soli. Mentre la differenza derivava unicamente dall'uomo.
     In tutte le occasioni in cui Michael ha dovuto prendere una decisione importante io anticipavo la sua scelta semplicemente perché pensavo a che cosa avrei fatto io. Ero con Schumi nel 97' , quando spinse fuori Jack Villeneuve, nonostante tutti fossero contro di lui e lo avrebbero lapidato di persona; anch'io avrei fatto la medesima azione, perché fa parte del gioco, perché c'era un mondiale da vincere e sicuramente Villeneuve non lo meritava, anche solo per le pesanti offese personali alzate contro il suo rivale durante tutto l'anno, il quale non si abbassò a rispondere. Perché lo avrebbero e lo hanno fatto i Grandi più anziani, proprio Prost e Senna.
     Ero con Schumi anche nel 98' e nel 99', quando la Ferrari non vinceva ed ho sofferto come lui, tra sfortuna ed errori, perché lui è un Grande Uomo, ovvero Grande per quello che ha saputo fare e Uomo perché come tutti noi sbaglia e si vede e lo ha sempre ammesso, non ha mai scaricato su altri le proprie colpe per quanto potesse, per quanto molti di voi lo fanno quotidianamente ma non lo ammettono. Quando tutti lo odiavano perché ritenevano fosse la causa della malasorte della Ferrari e si riempivano la bocca di paroloni contro di lui e trasudavano invidia per i miliardi di lire che guadagnava, io continuavo a difenderlo, perché sapevo che ci voleva ancora del tempo per ottenere tecnicamente ciò che l'avrebbe portato alla vittoria. È facile oggi essere Ferrarista, come è facile essere Juventino, perché tutti vogliono vincere e scelgono di conseguenza. Io invece sono una persona coerente e ponderata; non sono mai stato Ferrarista e né mai lo sarò. Ero e sono schumacherista come prima ero prostista. Io scelgo l'uomo, non il team e sarei stato con Schumi anche se fosse stato alla Minardi.
     Visto che le parole volano, invito coloro che dopo aver letto il mio articolo mi detesteranno a leggere una delle biografie di Michael Schumacher ed a ricordare con umiltà i momenti in cui hanno sentenziato errori non veri, ammettendo che si sbagliavano probabilmente per mancanza di necessarie informazioni. Gli altri, coloro che invidiano il suo patrimonio economico, si ricordino che Schumacher ha sempre fatto molta beneficenza in sordina, proprio perché non ama i riflettori e se pensate “facile con tutti quei soldi”… almeno lui lo ha sempre fatto e con cifre molto elevate in proporzione al suo reddito.
     A volte ho pensato che Michael Schumacher rappresenta l'unico uomo con cui scambierei la mia vita, perché ha una splendida famiglia, di vecchio stampo, di sani principi; è circondato da una famiglia che gli vuole bene. Tutti nella scuderia Ferrari lo adorano, fa tanto sport, ama il proprio lavoro e fa ciò per cui ha sempre lottato, ha sempre desiderato, ma poi, riflettendoci bene, mi rendo conto che sarebbe inutile, perché ho già tutto ciò che ha lui ad eccezione del suo patrimonio e del fatto che guida per lavoro, ma anche io amo molto il mio lavoro e i soldi non fanno la felicità. Grazie Michael per i tredici anni di emozioni.

 

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