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L'UOMO E L'ANIMALE
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     La “passione” è l'anima del mondo. Quante volte ci si chiede che differenza c'è tra l'uomo e l'animale… molti hanno le idee chiare, infatti noi siamo uomini, il meglio, i più intelligenti, i più… da uomo di scienza rispondo a queste persone nessuna: anche noi siamo animali, semplicemente abbiamo seguito un percorso evolutivo diverso. Non siamo nemmeno gli esseri più intelligenti della terra, giacché per intelligenza si intende la quantità di materia cerebrale. Per il linguaggio? La parola non è la forma più perfetta e complessa di comunicare, come i delfini ci insegnano. Per non parlare degli altri sensi, dall'olfatto alla vista. Abbiamo una anima? Nessuno ha dimostrato che esiste ancora. Abbiamo i sentimenti? Certo, ma finalmente è stato dimostrato che anche i cani e molti altri esseri viventi hanno dei sentimenti, ma per i primi non vi era certo bisogno di provarlo scientificamente. E allora? Nulla sembrerebbe, se non una tendenza a distruggere l'ambiente in cui viviamo, oppure… la passione.
     Quando ho conosciuto Stefano Gervasoni, responsabile dell'Ufficio comunicazione e relazioni istituzionali dell'Università degli Studi di Bergamo, per un progetto ancora in stato embrionale, per l'ennesima volta mi sono stupito di fronte alla sua esclamazione “gratuitamente!” in relazione allo scopo di Infobergamo.it. Per chi ancora non lo sapesse, questo mensile è gratuito e gestito da volontari, non ha pubblicità o sezioni commerciali; noi scriviamo per passione! Eppure non siamo poi tanto diversi dalle migliaia di ragazzini e non che ogni settimana fanno i loro due o tre allenamenti di calcio nella loro squadra di paese ed impegnano non pochi sabati o domeniche l'anno per giocare veri e propri campionati che in ambito competitivo hanno nulla da invidiare alla Serie A, guadagni esclusi. Pensiamo agli insegnanti di catechismo, ai preziosi volontari della Croce Rossa, ma ci sarebbero moltissime altre categorie di volontari da citare, dove in alcune si guadagna anche qualcosina, diciamo una somma simbolica, ma per la maggior parte di queste non si parla di denaro, anzi, è necessario investire quattrini per restare nel gruppo. Tuttavia si crede che sia normale non avere denaro in cambio per il lavoro che si svolge. Vicino a noi ci sono i ragazzi del Soap Box Rally, anche loro grandi appassionati di questo sport atipico e “piuttosto costoso”; non sembra ma le vetture di legno si consumano, si rompono, ma loro non mollano. Forse con gli sponsor riescono a raccogliere qualcosa, gli organizzatori come la Teamitalia vivono di questo, ma i ragazzi che corrono non si arricchiscono.
     Ancora più vicino, entusiasti e pieni di vita, ci sono i ragazzi di Dimensione Animale, l'associazione che si occupa di Words, che dedicano il loro tempo libero per accudire i cani abbandonati, per monitorare quelli finiti nei canili, per seguire l'affidamento dei quadrupedi ad una nuova famiglia e non stiamo parlando di poche preoccupazioni. Pensate agli spostamenti a loro spese, i sabati e le domeniche dedicati al colloquio con le nuove famiglie, nonché l'atto pratico di accudire gli animali nei canili da loro gestiti; tutto non per soldi, ma per passione, per amore. Fino a qui appare tutto scontato; normale è prestare soccorso con la Croce Rossa , normale è aiutare cani e gatti randagi, normale è essere un volontario AVIS, ma fare il giornalista… no, non è normale. In effetti quasi tutte le testate sono a pagamento, piene di gente che lavora e vive di stipendio tramite queste. Sono pochi invece i giornali gratuiti, ma per quanto leggere costa nulla, vi sono redattori che lavorano a tempo pieno per il giornale e che vivono con la raccolta pubblicitaria che viene pubblicata. Noi invece lavoriamo ad Infobergamo.it durante il nostro tempo libero, non siamo pagati e non raccogliamo pubblicità, perché seguiamo la nostra passione, facciamo ciò che ci piace e senza uno sponsor che potrebbe magari anche… fuorviarci… facciamo bene il nostro lavoro e soprattutto scriviamo tutto, ma proprio tutto, senza influenze politiche o commerciali.
     Se ancora vi appare atipico un periodico gratuito che ha superato i 90.000 contatti nel mese di Aprile 2006, pensate che il nostro lavoro non è diverso dai volontari di molte altre categorie, perché informare bene e correttamente è un altro modo di aiutare gli altri.

 

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