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IL LAVORO C'È E SI VEDE
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Ogni tre giorni vengono dichiarati nuovi numeri ISTAT; una volta sono positivi, l'altra negativi… mi domando a quale periodo si riferiscono, se all'ultima settimana o all'anno precedente, perché non si capisce. In uno dei tanti incontri televisivi infatti qualcuno ha sollevato la polemica: si esprimono numeri ma mai si chiarisce il periodo di riferimento. In ogni caso, il tema più chiacchierato ultimamente è il lavoro, per il quale il governo sostiene essersi manifestati dei miglioramenti, mentre la sinistra, solita catastrofista, parla di “insostenibile situazione”. Tranquilli, non voglio parlare di politica, ma della reale situazione del lavoro oggi, quella ovvero che ci circonda, quella non raggruppabile con dei numeri, quella del vostro ambiente di lavoro.
     Vi parlo della mia esperienza personale in realtà grandi e piccole, dove ridde di universitari vorrebbero iniziare a lavorare con mansioni di “Capo Ufficio”, tuttavia mancano di esperienza lavorativa vera e soprattutto devono partire dal basso come tutti, nel rispetto di tutti. Da una parte ci sono ragazzi volenterosi ed umili pronti a lavorare con serietà, ma che non trovano una occupazione; dall'altra vi sono neolaureati che hanno avuto la fortuna di trovare un posto di lavoro, addirittura in settori ricchi come le assicurazioni, e si lamentano dei 1.200,00 € mensili. Ritengono di essere sottopagati ed esprimono disprezzo nei confronti di colleghi che guadagnano di più e che hanno livelli maggiori di inquadramento, esclamando: “con quale diritto! Non è giusto!”
     Ohhhhh, ma dove siamo! La maggior parte degli occupati non arriva nemmeno a 1.000,00 € e lavora magari anche da dieci anni nella medesima azienda. Gli aumenti di stipendio ed i passaggi di livello vanno meritati! Con quale diritto pretendete di scavalcare colleghi più anziani con esperienza? Ciò che dovrebbe fare bollire il sangue a coloro che vorrebbero un lavoro e saprebbero dimostrare serietà ed organizzazione, caratteristiche non apprendibili con la laurea, è il fatto che questi occupati non hanno ancora capito che la scuola è finita e si comportano sul luogo di lavoro come facevano prima… ricreazione continua in ufficio, pause lunghe alla macchina del caffè, ritardi cronici in entrata nell'azienda e disprezzo delle gerarchie, come fosse loro tutto dovuto.
     Mai sentito parlare di stage? È una forma di lavoro economica per l'azienda, che ha tanto più lo scopo di permettere allo studente di fare esperienza, imparare a lavorare, con probabile assunzione al termine. Come puoi tu neolaureato trascorrere tre mesi in una azienda navigando spudoratamente in Internet tutto il giorno, finendo in cima alla classifica dei Megabyte scaricati, e pretendere di essere assunto? Sono un informatico, è il mio lavoro raccogliere statistiche d'uso del PC, e vedo tanti di questi scansafatiche approfittare del fatto che nessuno dice loro qualcosa. Sapete qual'è la loro risposta una volta colti sul fatto: “mi rivolgo ai sindacati!”
     Questa è la nuova generazione di lavoratori, che vogliono tutti un posto in ufficio, non sporcarsi le mani, ricoprire cariche importanti solo perché hanno un pezzo di carta in mano. Tuttavia non è del tutto loro la colpa, piuttosto dei loro genitori, che hanno inculcato loro questi insegnamenti e che non li hanno educati ai valori più importati della vita, come l'umiltà di apprendere e l'impegno, secondo un principio del “dare e avere”, lavoro bene per avere un aumento e soprattutto per non perdere il posto di lavoro.
     Esiste un altro aspetto alla portata di tutti: chi non si è mai fatto portare un mobile in casa acquistato nuovo? Oppure un elettrodomestico? Poi vi sono altre persone che entrano in casa nostra, come gli elettricisti, gli idraulici, i piastrellisti. Fuori casa vediamo gli asfalta strade. Nei cantieri i muratori. Nelle fabbriche in cui si lavora a catena gli operai. Che cosa hanno in comune tutti questi lavoratori? Non ci siete ancora arrivati? La maggior parte di loro sono immigrati ed occupano posizioni lavorative che i figli delle società del benessere non vogliono più fare. Sono tutte menzogne quando si sostiene che non c'è lavoro. I disoccupati sono soprattutto studenti che non trovano il lavoro che vorrebbero. Nulla di illecito cercare di realizzare i propri sogni, ma è una legge di mercato: oggi si diplomano e di laureano tutti, quindi la domanda è superiore alla offerta. Risultato: disoccupazione. Molti anni fa, invece, pochi volevano o dovevano studiare, per mancanza di voglia o per questioni economiche, quindi era facile trovare lavoro in ufficio. Oggi è l'opposto, la manodopera svolta da extracomunitari regolari potrebbe essere nostra se non avessimo un lavoro e se tornassimo ad avere l'umiltà di una volta, senza pretendere di mangiare fuori tutte le sere ed avere due cellulari a testa, naturalmente. Sapete quali sono le figure professionali più richieste oggi? La manodopera specializzata, professionale, esempio un tornitore, un falegname, un macellaio al dettaglio, un calzolaio. Per fortuna anche le grandi aziende stanno cambiando, hanno capito che è meglio un dipendente con esperienza, volenteroso e serio, che un laureato schizzinoso e pretenzioso. Attenti dunque!

 

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