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SUL PONTE DELLO STRETTO DI MESSINA
                                              di Graziano Paolo Vavassori - Direttore Responsabile

     Tante volte siamo noi a farci schernire dall'Europa, per le manifestazioni e le scelte popolari che facciamo. Vogliamo benessere, lavoro, meno tasse, meno traffico e code, ma non vogliamo ampliare le autostrade, non vogliamo potenziare il trasporto su rotaia, insomma, non vogliamo la TAV né il ponte sullo stretto di Messina. Però ci lamentiamo del fatto che ci vuole troppo tempo per recarci a Parigi in treno o che è troppo caro il pedaggio per traghettare in Sicilia, per non pensare alla coda per l'imbarco. E allora! Ci vogliamo decidere?
     Non entro nella tematica della TAV in quanto non ho letto abbastanza sull'argomento, ma sul ponte dello stretto, legato al settore automobilistico, sì. Né ho sentite e lette di tutti i colori e le critiche più assurde le ho sentite uscire dalla bocca dei Verdi. E pensare che da piccolo ero convinto che i Verdi fossero degli esperti di ecologia e che si appellassero alla scienza per partorire le loro idee…
     I primi progetti del ponte sullo stretto di Messina arrivarono nel lontano 1966, 40 anni fa. Ora finalmente siamo pronti per avviarne la costruzione ma… ecco che il centro sinistra è contrario. Se il centro destra fosse stato contrario, tuttavia, sono convinto che l'opposizione avrebbe fatto carte false per costruirlo. Ho scritto che siamo pronti… e i soldi? Per le malelingue, sempre pronte a screditare Berlusconi, è un costo inutile che grava sul cittadino, invece è forse l'unica opera che oggi è già finanziata interamente e completamente a carico del privato. Lo Stato, ovvero noi, non tireremo fuori un solo Euro nemmeno per un francobollo in merito a tale opera. Quindi? Ci sono privati, grosse aziende, finanziarie che investono sul progetto e vi sono obbligazioni che verranno risanate con il pedaggio del ponte… certo, non avrete mica pensato che l'attraversata sarebbe stata gratuita. Dovrebbe costare 9 Euro, ma in soli tre minuti vi trovate dall'altra parte. In traghetto costa di più e 180 secondi li trascorrete solo per fare il biglietto, se la fila non è molto lunga. Per non parlare dei disagi in caso di rovina dell'auto a causa della compagnia, sempre che riusciate a farvi risarcire.
     Qualcuno l'ha sparata grossa: 2.500 abitazioni verranno espropriate per la costruzione del ponte e ancora oggi non si sa dove “questa povera gente” andrà a vivere, mentre si è detto che la terra di riporto sarà lavata nelle acque dello stretto e che per l'occasione verranno costruite anche delle discariche a cielo aperto. Gli ecologisti infine hanno vangelizzato la disfatta della fauna marina… tutte frottole a cura della estrema sinistra. Innanzitutto dietro al progetto vi è il Ministero dell'ambiente ed il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) che non sono organi irresponsabili e che non avrebbero mai approvato un programma similmente scellerato. Anzi, gli ecologisti hanno anche formalizzato un ricorso al TAR del Lazio sostenendo una sorta di irregolarità sull'approvazione del progetto preliminare (1 agosto 2003) da parte degli organi preposti, respinto non solo dallo stesso TAR, ma confermato anche dalla sentenza del Consiglio di Stato. Non verranno rasi al suolo interi villaggi sul mare, ma circa 300 abitazioni, per due terzi in territorio siciliano; in ogni caso il bene di molti prevale sul bene di pochi, è una legge della Costituzione della Repubblica italiana. Finalmente, per continuare, la fauna dello stretto verrà maggiormente rispettata, in quanto, con la conseguente riduzione del numero dei traghetti per la concorrenza del ponte, vi saranno meno eliche che generano rumore ed uccidono i pesci, motori che inquinano le acque (i mezzi sull'acqua consumano ingenti quantità di carburante per una velocità di crociere di uno scooter 50 cc) meno movimento del suolo marino… Pensate che oggi transitano nello stretto circa 150.000 navi l'anno. In ultimo, le Ferrovie dello Stato pagheranno 100 milioni di Euro di canone l'anno per usufruire del trasporto sul ponte, ma non si tratta di una tassa, come qualcuno ha sostenuto, piuttosto il prezzo di un servizio in sostituzione dell'attuale costo di traghettaggio dei convogli ferroviari. Il valore aggiunto sarà una arteria ferroviaria che senza interruzione e disagi giungerà fino al cuore della Sicilia, una arteria necessaria che faciliterà il contatto di questa regione con l'Europa.
     Il ponte dovrebbe essere pronto per il 2012… speriamo!

 

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